Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  aprile 03 Giovedì calendario

DAI SUICIDI AL (POSSIBILE) OMICIDIO


Rieccoli, i venetisti, con un nuovo blindato, munito di cannone. A differenza del tanko del 97, il tanko costruito di nascosto in questi giorni spara proiettili veri. La polizia dice: può sventrare una casa.
Cos’avevano in mente, sventrare cosa, entrare dove? In queste operazioni è possibile/probabile che ci scappi il morto o un gruppetto di morti. Chi vogliono che muoia? Il Veneto è una regione sofferente, malata, disperata. La sofferenza e la disperazione generano suicidi. I suicidi non hanno colpe, scontano colpe altrui. Allora (ce lo stiamo chiedendo in molti, qui nel Veneto), perché invece di uccidersi non uccidono? La risposta sta in un libro di Cesare Pavese (morto suicida), in cui dice che «il suicidio è un omicidio timido». Vorrebbero uccidere, ma ancora non ce la fanno. Per adesso si uccidono. Ma stiamo entrando nella fase di passaggio: la disperazione sta virando in odio. Qui odiano Roma. Crolla il Pil? Colpa di Roma. Muoiono aziende? Colpa di Roma. Disoccupazione giovanile? Colpa di Roma. Girano troppi clandestini? Colpa di Roma. Troppi ladri di notte? Colpa di Roma. In Germania stanno bene? Ma la Germania è la bimillenaria nemica di Roma.
Stringi stringi, il concetto è: noi veneti lavoriamo molto ma da Roma in giù non fanno niente. Noi veneti (i dati furono fatti circolare in occasione del recente referendum separatista, ma sono tutte cifre ballerine) versiamo a Roma 70 miliardi di tasse, Roma ce ne restituisce in servizi 50, dunque se ne tiene 20, che vengon girati a regioni che non producono, e per di più Roma ci scarica addosso altri 10 miliardi di tasse come quota regionale del debito nazionale. Siamo malati di mille malattie, debiti, pensioni insufficienti, figli disoccupati, Sanità che peggiora, scuole che decadono, spese alimentari che si riducono…: ma il grande focolaio dell’infezione è Roma. Se potessimo andar via da Roma!... Se potessimo star da soli!... La nazione s’è stupita quando ha letto le cifre dei votanti «sì» al recente referendum secessionista. Con ogni probabilità il numero totale dei votanti era truccato, ma la percentuale di quelli che han risposto «sì» è attendibilissima, e mi stupisce anzi che non raggiunga il 100%. Più «Roma» (più Stato, più politica) si cancella, e meglio è. Chiudono il Senato? Bene, ma perché non chiudono anche Montecitorio? La sfiducia nella politica nazionale è totale, la senti casa per casa, bar per bar. L’impressione che ha la gente è che noi italiani siamo seduti a un tavolo dove giochiamo la partita della nostra vita, ma la partita è truccata, noi perdiamo sempre perché abbiamo un baro di fronte a noi, e questo baro è lo Stato. Giocare con Letta o Berlusconi o Monti o Renzi? Non cambia nulla, sono sempre lo Stato. Cosa ci vuole? Ci vuole qualcuno che dia una spallata al tavolo e lo rovesci. Ieri poteva essere Bossi, ma poi ha barato peggio degli altri. Oggi potrebbe essere Grillo. Grillo non ha un programma, non salva l’economia, non fa rinascere le aziende, ma urla: Tutti a casa! È l’urlo dei venetisti. Per i quali l’urlo significa: voi a casa vostra, noi a casa nostra. Quel tank e quelle armi dovrebbero servire a difendere casa nostra. Se il lettore nazionale vedesse i paesetti da cui vengono questi cosiddetti «terroristi» (Casale della Scodosia, Urbana, Merlara…: sono i miei paesi, sono nato e cresciuto qui, sono al centro dei miei romanzi), prenderebbe paura, come ho paura io. Sono paesi arcaici-arcadici, isolati, sperduti, dialettali, rassegnati, spenti. Pieni di tempietti e chiesette. Nel mio microscopico paese natio c’è sempre stato, e c’è tuttora, un prete che è un potente esorcista, scaccia i diavoli. Davvero l’insurrezione è arrivata fin qui? Formano società segrete con fini di terrorismo? Costruiscono un carro armato col cannone che spara? Allora la situazione è più grave di quel che la nazione creda. Molto più grave.
fercamon@alice.it