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 2014  aprile 04 Venerdì calendario

SCELTE

«Rimanere a Udine è stata una scelta di vita per Di Natale. È uno dei primissimi tra quei giocatori di classe purissima. Chi dice che non avrebbe fatto bene nelle big sbaglia di grosso. Penso alla Liga, Totò avrebbe segnato 25 gol a stagione per anni» (Francesco Guidolin).

OCCASIONI «Cosa mi aspetto dal futuro? Un’altra occasione. E la possibilità di lavorare come Dio comanda» (Fabrizio Ravanelli, disoccupato dopo l’esonero all’Ajaccio lo scorso novembre).

MERCENARIO «Sono diventato un giocatore vero nella Lazio. Nelle altre squadre non ho mai sentito un senso di appartenenza così forte. Nell’ultimo periodo sono passato come un mercenario, cosa che non sono» (Antonio Candreva).

TRANQUILLISSIMO «Prima di ogni partita sono sempre tranquillissimo. Forse sono diverso dagli altri, di sicuro sono fatto così. So cosa posso dare, perciò non scendo mai in campo nervoso» (Gabriel Paletta).

FREDDINO «Io e Murray non abbiamo mai legato veramente, un po’ per la lingua un po’ per la mentalità. È freddino. Ho sicuramente più confidenza con Nadal, che è più vecchio di un anno, e con Novak, anche lui di maggio. A Montecarlo giocheremo in doppio insieme» (Fabio Fognini che oggi affronterà Murray nei quarti di Coppa Davis).

CHIMICA «Con un allenatore talvolta hai l’impressione di essere in sintonia, poi invece scopri divergenze, soprattutto quando analizzi le partite giocate. Tecnici validi ce ne sono in giro, eppure la scelta non è facile, va scelta la persona con la quale scatenare la chimica giusta» (Andy Murray e il divorzio da Lendl).

INCERTE «Nessuno sport è avanti tecnicamente come la F.1, perciò le regole cambiano. L’importante è che le corse restino incerte. Riguardo al rumore: preferisco un brutto suono e corse interessanti anziché un bel suono e corse noiose» (Jenson Button).

RIVOLUZIONE «Quando guardavo le macchine di F1 sul rettilineo di Monza da ragazzino andavano a 330. Quest’anno andranno a 360 e anche di più. Ad ogni rivoluzione si perde e si guadagna qualcosa. L’importante è guidare» (il pilota della Toro Rosso Daniil Kvyat, 19 anni, il più giovane di sempre ad andare a punti in F1).

DROGA «La verità è che l’adrenalina che ti danno le gare in moto, la soddisfazione di saper domare un mezzo da 250 cavalli andando al limite, per noi piloti è come una droga» (Jorge Lorenzo).