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 2014  aprile 02 Mercoledì calendario

ALBANO TORNA CON ROMINA DI NUOVO INSIEME (SUL PALCO)


Al Bano e Romina di nuovo insieme. A sorpresa, il concerto che a ottobre del 2013, dopo 18 anni, li aveva portati sul palco (quello della Crocus Hall di Mosca) avrà un bis. Stavolta lo scenario sarà quello dell’Avalon Ballroom Theatre del Niagara Fallsview Casino Resort, affacciato sulle cascate del Niagara, tra Stati Uniti e Canada. Le date previste, per ora, sono due (3 e 4 maggio), ma non è escluso che si ripeta quanto già accaduto a Mosca, quando per far fronte a entusiasmi e richieste se ne dovette aggiungere una terza e i prezzi dei biglietti lievitarono dai 100- 1.000 euro ai 500-2.000 euro.
Al momento, il concerto americano ha costi più abbordabili: sul sito del Niagara Fallsview Casino Resort è indicato in 90 dollari. Prima che facciate spallucce pensando siano pochi, meglio precisare che, fatta eccezione per quella della cantante giapponese Sally Yeh (95 dollari), l’esibizione di Al Bano e Romina è quella col biglietto più caro. Per dire, per lo spettacolo di Steve Martin e Martin Short bastano 75 dollari, per quelli di Stomp e Sugar Ray 30 e Tony Bennett poche settimane fa si è esibito per 70 dollari. Non si sa ancora se anche stavolta la Rai manderà in onda le immagini del concerto. Ma, dati alla mano, dovrebbe: a gennaio scorso, la prima serata dedicata all’esibizione russa ha incollato allo schermo cir ca cinque milioni e mezzo di spettatori, con uno share del 20 per cento.
UN CONTRATTO BLINDATO
Sui siti di booking sui quali sono pubblicizzati i due concerti americani di maggio e su cui saranno a breve in prevendita i biglietti è specificato, nero su bianco, che Romina affiancherà Al Bano solo per l’esecuzione di quattro brani. A scanso di equivoci, ne vengono anche indicati i titoli: Nostalgia canaglia, Libertà, Sempre sempre e, naturalmente, Felicità. Patti chiari: come già avvenuto a Mosca, Romina sarà guest star in un concerto che nasce per celebrare anche Oltreoceano la lunga carriera di Al Bano. Tutto, dai cachet alle contrattazioni, è stato tenuto separato, che sia chiaro anche sulle scartoffie che si tratta di una reunion e non di un ritorno. Non c’è, dei due, neanche una foto insieme per la locandina: per ovviare, i gestori del Niagara Fallsview Resort hanno dovuto ripescare una foto che avrà 25 anni. E foto insieme non ce ne saranno neanche dopo, se non quelle che verranno scattate durante il concerto, mentre Al Bano e Romina cantano senza ormai più tracce di quegli ammiccamenti e quegli sguardi d’intesa che ora sarebbero note stonate persino sul palco. La pace è fatta, che basti quella.
I PROGETTI DI LOREDANA
Nessuna ipocrisia: Al Bano è consapevole dell’importanza mediatica che ha l’annuncio di un nuovo concerto con Romina. Ma lui, e le persone che ama, con il mito di quell’amore e di quel sodalizio artistico hanno fatto i conti prima e meglio di quanto i fan siano disposti a fare. A casa Carrisi gli equilibri e gli affetti in campo sono chiari. Al Bano ha annunciato proprio a Oggi, la scorsa estate, con tanto di servizio fotografico di coppia, di voler sposare la compagna Loredana Lecciso. Lei, Loredana, in passato facile preda di gelosie (specie quando di mezzo c’era Romina), pare aver trovato anche in quell’annuncio le conferme che cercava. E, infatti, non ha seguito Al Bano a Mosca, a ottobre scorso, e non lo seguirà in America a maggio. Manderà di nuovo i suoi figli Bido e Jasmine a celebrare il papà come è giusto che sia, e rimarrà a Cellino a seguire i suoi negozi e un nuovo progetto televisivo dal titolo Doppio sì. Ci sta lavorando con la gemella Raffaella e sarà un programma sui matrimoni e su quanto siano diversi tra nord e sud Italia. Le Lecciso’s stanno preparando il numero zero, hanno già un produttore e, forse, anche già una rete pronta a trasmetterlo. Nel frattempo, twitta la foto di un mazzo di rose, con un messaggio laconico che lascia pensare che i fiori siano un modo dolce di Al Bano per rassicurarla, ancora una volta.
NUOVO DISCO E CONCERTO A MILANO
Per il cantante di Cellino il concerto americano con Romina è solo una tappa di una tournée infinita e internazionale. Che non gli ha impedito, però, di dare alle stampe un nuovo disco, I capolavori di papà Al Bano, una specie di best of che contiene il singolo Ciao papà, una lettera aperta a Don Carmelo, mancato nel marzo di nove anni fa, figura fondamentale della vita dell’artista. Nel cd sono coinvolti tutti i figli, ma nel videoclip del singolo, girato nelle tenute Carrisi di Cellino San Marco, quasi a celebrare il cerchio della vita, Al Bano è con il secondo figlio avuto da Loredana, Bido, Albano Junior, il più piccolo di casa. Stessa faccia, stessi capelli corvini, stesso sorriso sornione di papà. E stessi occhiali.
Già, gli occhiali. Il cantante pugliese sembra esser convinto che il solo modo per sposare presente e passato sia chiudere i cerchi, far conti e pace con quello che si è costruito e perso, quel che si è dato e ricevuto. E così, se per i suoi 70 anni, lo scorso anno, ha organizzato concerti per festeggiare se stesso, per i 71, che cadranno il 20 maggio prossimo, prepara un concerto al Forum di Assago, a Milano, per raccogliere fondi per la Onlus Il Nodo (www.ilnodoonlus.org), che si occupa di bambini cambogiani. Una decisione che c’entra proprio con gli occhiali di Al Bano (e di Bido). La Onlus è infatti stata fondata da Luciana e Alberto Cannetta, amici del cantante da quando, arrivato a Milano dalla Puglia, si manteneva facendo il cameriere. Cannetta, designer e architetto, lo aiutò a reinventare il suo look disegnando per lui proprio quegli occhiali che lo hanno reso inconfondibile. A distanza di 50 anni, Al Bano canterà per la Onlus di Alberto, finanziando così una scuola di Design Sociale per piccoli artigiani cambogiani.
LA VITTORIA DEL NAZIONALPOPOLARE
Dopo lunghi anni in cui ha collezionato sold out in Italia e in giro per il mondo, ma veniva etichettato come «troppo nazionalpopolare » o «troppo meridionale» da critici e intellettuali, Al Bano si sta godendo una specie di rivincita. Con i Beagles, band rock pop padana, si è concesso lo sfizio di cantare in dialetto pavese Mai bei, cover di My Way di Frank Sinatra che racconta il tramonto di un playboy di provincia. E la scorsa settimana ha anche abbattuto il fortino radical chic per eccellenza, il salotto di Daria Bignardi, che lo ha invitato alle Invasioni barbariche e gli ha fatto una lunga intervista. Una consacrazione, l’unica forse che gli mancava, anche se non è dato sapere se ne avvertisse davvero la mancanza. Nel corso della chiacchierata con la Bignardi, Al Bano è sembrato il personaggio nazionalpopolare con meno timore di essere impopolare. Ha, nell’ordine, attaccato le Pussy Riot («Nude in chiesa? Non è il caso»), difeso Vladimir Putin («Ingiusto escluderlo dal G8, ha fatto grande la Russia»), raccontato di aver detto di no a Licio Gelli che gli proponeva di entrare nella P2 («Cosa che invece fecero molti miei colleghi, come Claudio Villa»). A domanda, rispondeva. Con sincerità e senza timore delle conseguenze. E davanti agli occhi sgranati della Bignardi ha chiosato: «Io sono nato libero ». Di dire quel che pensa, di rifarsi una vita e una nuova famiglia, di scendere a patti con quella vecchia per il gusto, conquistato sul campo, di celebrare la propria musica.