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 2014  aprile 02 Mercoledì calendario

E PENSARE CHE DA ME VOLEVA UN FIGLIO

[Intervista a Andrea Preti] –

Andrea preti ha 25 anni ma ne dimostra molti di più. Nato e cresciuto a Copenaghen, finora era noto come modello (tra le sue campagne Dolce & Gabbana e Vuitton) e come fidanzato di Flavia Pennetta. Il suo nome è finito sui giornali dopo che la tennista brindisina ha postato una foto molto intima con il collega Fabio Fognini, che lascia supporre un amore appena nato. Nessuno sapeva che i due tennisti si fossero lasciati con i rispettivi partner: Preti, appunto, con cui la Pennetta stava da un anno, e la modella bulgara Svetoslava Simeonova, fidanzata di Fognini dal 2009.
Incontriamo Preti sul set delle Voci dell’anima, il film che ha sempre avuto in testa e che segna il suo debutto al cinema come attore, protagonista e regista. È la storia di Emanuele, un ragazzo che ha una relazione con una donna più grande (Stefania Rocca), e che in lei trova la via di uscita da un profondo conflitto interiore. Il ruolo ben si accompagna al suo umore, di questi tempi.

Sta soffrendo per la fine della storia?
«Ho sofferto molto, ma gli amici mi stanno aiutando. E c’è il film, il mio unico amore, ora».
Era una relazione seria?
«Molto seria, ci amavamo».
Come vi siete conosciuti?
«A casa di amici. Flavia non stava giocando, si era rotta i legamenti del polso. Mi è piaciuta subito la sua faccia simpatica».
E a Flavia che cosa è piaciuto?
«Ero al top della forma, più muscoloso di adesso: sono dimagrito per la parte. Lì per lì ha pensato che fossi il classico modello solo belloccio, poi mi ha conosciuto meglio».
Quando vi siete detti che era amore?
«È stata lei a dirmi che certe sensazioni non le provava da anni. Ci vedevamo il più possibile, la seguivo nei tornei. Ho conosciuto la sua famiglia a Brindisi, mi hanno accolto come un figlio, lei ha conosciuto i miei. Credo che la nostra storia l’abbia aiutata anche nello sport: ha vissuto momenti difficili dopo l’infortunio, il polso aveva perso sensibilità, era sempre eliminata al primo turno. Ma io ero certa che si sarebbe sbloccata, e in effetti è successo. Ora sta andando molto bene: sono felice per lei».
Ha ripreso a giocare bene quando vi siete lasciati?
«Ripeto: sono felice per lei. So dei sacrifici e dei suoi momenti no, se lo merita».
Parlavate di matrimonio?
«Più che altro, parlavamo di un figlio. Vorrei tanto essere padre».
Ha 25 anni e una carriera da costruire.
«Non sono cose incompatibili, con la donna giusta accanto».
Ma Flavia un bambino lo voleva?
«Me l’ha chiesto lei. Sul campo le cose non andavano bene, e a un certo punto mi ha detto: “Andrè, se continuo così, alla fine della stagione possiamo provarci”. Le ho risposto: “Amore, io sono qua”».
Invece che cosa è successo?
«Ci sentivamo in continuazione: Skype, tremila messaggi al giorno. Poi è tornata dai tornei d’Australia, a febbraio, ci siamo visti e parlati, e ho capito che si era allontanata troppo. Abbiamo deciso di lasciarci».
Le ha chiesto se c’era un altro?
«Mi sta chiedendo di lei e Fognini? La risposta è non lo so, e non mi interessa. Quello che conta è che la nostra storia è finita, ognuno per la propria strada».
Se però la loro storia fosse iniziata quando eravate ancora insieme...
«Non mi interessa sapere, sono scelte sue».
Fognini lo conosce?
«Piuttosto bene. Mi ha regalato magliette e pantaloncini. Lui e Flavia si allenano a Barcellona e, durante la preparazione invernale, uscivamo spesso in quattro, Fognini con la sua fidanzata, a cena o a ballare».
Si era accorto del loro feeling?
«Sinceramente, no».
Se lo rincontrasse che cosa gli direbbe?
«Tanti auguri».
Però non se l’aspettava.
«Ho sempre avuto paura di soffrire in amore: so che, se mi lascio andare e poi mi arriva la mazzata, non mi riprendo più. D’altra parte quando da piccolo ti viene a mancare l’affetto dei genitori, da grande sei più fragile nella vita sentimentale».
Si spiega meglio?
«I miei lavoravano nei loro ristoranti a Copenaghen, li vedevo poco. Da sempre sono abituato a essere autonomo: a 12 anni mi cucinavo da solo. A 17 sono venuto in Italia con mia madre: aveva divorziato, mio padre aveva un’altra. Ho scelto di stare con lei, in quel momento soffriva molto e si era ammalata».
Una volta in Italia, ha scelto la moda.
«Mamma sognava di vedermi sui cartelloni pubblicitari, ma all’inizio non mi voleva nessuno: troppo timido. La mia fortuna è stata incontrare Domenico Dolce e Stefano Gabbana: hanno creduto in me e mi hanno insegnato tutto di questo mondo».
Dove non è facile emergere per un ragazzo italiano.
«In realtà mi sento straniero: ho vissuto molto in America, lì a vent’anni un ragazzo è disposto a ogni sacrificio».
Quanto c’è della sua vita nel film?
«Tanto. Ho recuperato il rapporto con mio padre pochi anni fa, e ora va tutto bene. Questa storia era scritta dentro di me, vedevo le scene, vedevo il film. Per avere libertà di scelta sono voluto entrare nella produzione, ho investito i miei risparmi».
Pensa che con Flavia abbia perso la donna della vita?
«Questa domanda la faccia a lei».