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 2014  aprile 02 Mercoledì calendario

IL NUOVO FRONTE CINESE: PUNIRE I GENERALI


Il presidente Xi Jinping ha avviato una campagna anticorruzione in tutta la Cina. Alla sbarra il generale Gu Junshan, 57 anni, ex vice capo dei servizi logistici dell’esercito; Liu Han, 48 anni, miliardario delle miniere che aveva alle sue dipendenze un esercito privato per regolare i conti con i concorrenti e Zhou Yongkang, 71 anni, fino a marzo dell’anno scorso capo dei servizi di sicurezza della Repubblica. (Nella foto, le celebrazioni dell’84°anniversario di fondazione dell’Esercito popolare di liberazione cinese nel 2011 ).

Ci sono due processi per corruzione e attività criminali che si sono aperti contemporaneamente in Cina questa settimana. I giornali statali parlano in prima pagina degli imputati e dei loro intrecci con sistemi di potere politici.
Il generale Gu Junshan, 57 anni, ex vice capo dei servizi logistici dell’esercito, è accusato di essere stato tanto corrotto e ladro da vivere in una casa a forma di Città proibita che aveva all’ingresso una statua d’oro di Mao, una cantina così piena di lingotti e di bottiglie pregiate che ci sono voluti due grossi camion e venti uomini per portare via il bottino. Gu è l’ufficiale più alto in grado a finire di fronte ai giudici dal 2006: un affronto al prestigio delle forze armate, tanto grave che il caso «non può essere reso completamente pubblico a causa delle implicazioni per la sicurezza nazionale», scrive il Quotidiano del Popolo .
L’altro processo è pubblico: alla sbarra Liu Han, 48 anni, miliardario delle miniere che aveva alle sue dipendenze un esercito privato per regolare i conti con i concorrenti.
Ma c’è un terzo uomo del quale la stampa governativa non è autorizzata nemmeno a fare il nome: si tratta di Zhou Yongkang, 71 anni, fino a marzo dell’anno scorso capo dei servizi di sicurezza della Repubblica popolare cinese. Era venuto su da ranghi il compagno Zhou: aveva cominciato come ingegnere petrolifero ed aveva finito come membro del Comitato permanente del Politburo; intorno si era costituito una corte di parenti, alti dirigenti, protetti in molti settori industriali e politici e un giro di molti miliardi. Da ottobre è scomparso nel nulla, si dice che sia agli arresti domiciliari con la moglie, una ex star della tv. Tutte le notizie che riguardano il suo caso sono state pubblicate dalla stampa di Hong Kong (territorio ad amministrazione speciale) o dai giornali internazionali. L’ultima rivelazione è dell’agenzia Reuters ed è gigantesca per le proporzioni: 300 arresti compreso il figlio e altri familiari di Zhou, i suoi quattro segretari particolari, i capi delle industrie petrolifere che avevano fatto carriera grazie a lui; sequestrate centinaia di ville, appartamenti, oro, opere d’arte, titoli azionari per un totale di 90 miliardi di yuan, più di dieci miliardi in euro.
Queste informazioni non sono ufficiali, perché il presidente Xi Jinping non è ancora riuscito a trovare il consenso tra i vecchi leader del partito per processare «la tigre». Troppo imbarazzante dover spiegare ai cinesi che un ex membro del Comitato permanente del Politburo, invece di servire il popolo, era al centro di un sistema di corruzione enorme. Ma poco alla volta i giornali di Pechino sono stati autorizzati a scrivere che il figlio di Zhou è stato arrestato e hanno rivelato che il giovane era anche in rapporti d’affari con Liu Han, il miliardario mafioso e assassino delle miniere.
Ormai l’accerchiamento di Zhou Yongkang è completo. O quasi. Fonti anonime hanno detto al Financial Times che contro il processo si è levata la voce di Jiang Zemin, ex capo dello Stato, in pensione dal 2003: la campagna anticorruzione di Xi Jinping, puntando così in alto, rischierebbe di destabilizzare il vertice del Partito comunista. Dello stesso parere sarebbe anche Hu Jintao, successore di Jiang e immediato predecessore di Xi. Mettendo sul banco degli imputati generali corrotti e l’ex capo dei servizi segreti, il nuovo presidente gioca una carta rischiosa per ripulire la Cina e consolidare il suo potere personale. Quando (se) il nome di Zhou Yongkang finirà in prima pagina sul Quotidiano del Popolo , Xi avrà vinto.
Guido Santevecchi