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 2014  aprile 02 Mercoledì calendario

ROHRWACHER, AVATI, MARTONE GLI ITALIANI VERSO CANNES


Il favoloso Leopardi nella visione di Mario Martone, la vita in campagna di una famiglia guidata da un padre tedesco e una madre italiana che somiglia a quella della regista Alice Rohrwacher, la trattativa Stato-mafia analizzata da Sabina Guzzanti, la passione tra il pubblicitario Riccardo Scamarcio e l’editrice Sharon Stone raccontata da Pupi Avati...A due settimane dalla presentazione del cartellone del prossimo Festival di Cannes (14-25 maggio) il cinema italiano ha il fiato sospeso, in attesa di conoscere scelte e giudizi dei selezionatori che stanno visionando i film e soprattutto del direttore Thierry Fremaux cui naturalmente spetta l’ultima, decisiva parola.
Le luci sul trionfo agli Oscar della Grande bellezza, al termine di un cammino iniziato proprio un anno fa, sulla scalinata rossa del Palais, non si sono ancora spente, ma c’è già chi è pronto a gridare allo scandalo se l’assenza di titoli made in Italy dovesse essere confermata.
Eppure sembra che le cose non stiano così. Tra conferme sommesse e smentite pacate, si viene a sapere che la più quotata, quella che potrebbe già pensare a preparare la valigia per la Croisette, sia Alice Rohrwacher, con l’opera seconda girata in Toscana e intitolata Le meraviglie. Del cast, insieme alla sorella Alba, fa parte anche Monica Bellucci, presenza perfetta su un’eventuale monteé des marches. Stesso dicasi per la superdiva Sharon Stone che del Festival è una cara e vecchia amica e che, forse non in concorso, potrebbe quest’anno sfavillare al fianco di Pupi Avati con Un ragazzo d’oro. Al momento nessuna certezza, ma l’ipotesi circola tra gli addetti ai lavori.
L’enigma più complesso riguarda però Mario Martone e il suo Giovane favoloso, candidato naturale alla competizione su cui aleggiano da settimane notizie contrastanti. La verità sarebbe nel mezzo. Ovvero, il film non è pronto, anche se il montaggio è appena finito, quindi potrebbe essere visto e selezionato in una versione incompleta, ma, proprio per questo, potrebbe anche essere escluso dalla lista dei papabili. D’altra parte dopo Cannes, c’è sempre Venezia. E per sicurezza, i grandi nomi si proteggono, la notizia di un rifiuto non è mai positiva, così è meglio mantenere intatto, fino all’ultimo, l’alone di mistero. Per evitare fraintendimenti di questo genere Gabriele Salvatores ha fatto diffondere, pochi giorni fa, un comunicato ufficiale in cui si annuncia che Il ragazzo invisibile è ancora in lavorazione e che «risulta quindi senza fondamento» l’ipotesi di un inserimento del film nel programma del Festival. L’uscita, precisano i responsabili, è già fissata per dicembre. Non si sa invece quando arriverà nelle sale, con la Bim di Valerio De Paolis, il film-inchiesta di Sabina Guzzanti intitolato La trattativa. E questo avvalora la voce di una probabile partecipazione alla rassegna francese. Il tema è scottante, Guzzanti lo ha affrontato dopo aver letto il libro di Maurizio Torrealta La trattativa. Mafia e stato: un dialogo a colpi di bombe (Editori Riuniti), ma poi ha spiegato di essere andata oltre, cercando di coniugare la profondità dell’indagine con la chiave dell’umorismo.
Qualcuno parla poi di un omaggio allo scomparso Carlo Mazzacurati di cui potrebbe essere proiettato il film postumo La sedia della felicità, protagonisti Valerio Mastandrea e Isabella Ragonese.
E se invece a Cannes, quest’anno, non dovesse andare nessun italiano? Il presidente dell’Anica Riccardo Tozzi raffredda le polemiche annunciate: «Le valutazioni, in campo cinematografico, vanno fatte su 2 anni. Se buchiamo il Festival 2014, saremo pronti e in forze per il prossimo. Basta pensare che in questo momento ci sono 20 autori italiani al lavoro e che il prossimo 5 maggio iniziano le riprese di 15 film».
Insomma, nessuna bocciatura clamorosa, piuttosto un insieme di coincidenze: «Non vedo ragioni strutturali per un’eventuale assenza a Cannes. È solo capitato che, per motivi diversi, lavorazioni programmate nei mesi scorsi siano invece partite adesso».
Se tra la primavera e l’estate girano insieme Olmi, Moretti, Garrone, i Taviani, Comencini e poi i Vanzina, Miniero, Gaudioso, Amato (con Toni Servillo per la prima volta in una vera commedia) non si può certo dire che il cinema italiano sia in crisi. E poi, aggiunge Tozzi, «qualche sorpresa dalla Francia potrebbe arrivare anche stavolta». Basta aspettare il 17.