f. ramp., la Repubblica 2/4/2014, 2 aprile 2014
WALL STREET AD ALTA VELOCITÀ NEL MIRINO FBI “POSSIBILE INSIDER TRADING NEGLI SCAMBI”
I sospetti sullo high frequency trading (Hft) circolano da tempo, ma ora è l’Fbi ad accendere un faro su queste transazioni finanziarie ad altissima velocità. La polizia federale ha messo al lavoro un esercito di agenti esperti nell’informatica e nella finanza, per ravvisare eventuali reati dietro le complesse “raffiche” di ordini di acquisto o di vendita che bombardano i mercati attraverso dei software automatici (i programmi informatici sono preordinati per reagire a eventi, notizie, facendo partire ordinativi massicci in frazioni infinitesimali di secondo).
Il reato principale che l’Fbi sospetta è l’insider trading, perché i protagonisti dell’Hft potrebbero beneficiare di informazioni privilegiate, o comunque avere un vantaggio competitivo sleale e illegale proprio basato sulla velocità. L’inchiesta dell’Fbi è iniziata ormai da un anno, ma solo ieri un portavoce della polizia federale ne ha dato conferma. Tra i comportamenti sotto inchiesta perché potenzialmente criminali vi è anche quella tattica particolare che consiste nel rovesciare sui mercato un’immensa quantità di ordini (acquisto o vendita) per poi cancellarla quasi immediatamente. In tal modo si crea “momentum”, si orienta con grande forza la tendenza dei prezzi di mercato, per poi speculare in senso inverso. «Molte autorità governative — ha dichiarato il portavoce dell’Fbi — sono preoccupate e sospettano che vi siano dei reati. C’è un diffuso timore che i trader ad alta frequenza sfruttino delle informazioni in anticipo su tutti gli altri investitori». Anche il procuratore generale di New York, Eric Schneiderman, sta indagando sull’Hft e sulla possibilità che i suoi protagonisti abbiano accesso a notizie strategiche in anticipo sul resto del mercato. Altre inchieste vengono svolte da due organi di vigilanza, la Securities and Exchange Commission (Sec) e la Commodity Futures Trading Commission (Cftc), tra l’altro per appurare la natura di legami “incestuosi” fra le società finanziare che operano nell’Hft e le stesse Borse americane.
In questo caso il sospetto è che le società che gestiscono il New York Stock Exchange e il Nasdaq possano avere garantito agli operatori ad alta frequenza dei trattamenti privilegiati. Sempre nel novero dei possibili reati, l’Fbi vuol capire anche se i trader ad alta velocità piazzino i loro ordini con una frazione di secondo di anticipo rispetto agli altri ordini che loro stessi sono tenuti ad eseguire in conto terzi, per i clienti. La tecnologia dell’Hft consentirebbe così di lucrare, per il solo fatto di conoscere l’esistenza degli ordini dei clienti, anticipandoli di una frazione infinitesimale di secondo.
La complessità tecnica dell’Hft rende queste indagini particolarmente difficili. Tuttavia i poliziotti di Wall Street hanno alle spalle delle performance di tutto rispetto. Mentre in altri paesi del mondo (Italia inclusa) restano assai rari i casi di condanne per insider trading, Wall Street fa eccezione. Dall’ottobre 2009 ad oggi la procura di Manhattan ha incriminato 90 persone per insider trading, e di queste 79 sono state già condannate. Nessuno è stato assolto. Peraltro spesso le indagini usufruiscono di collaboratori di giustizia: nel settembre 2012 per esempio un trader ad alta frequenza, Haim Bodek, vuotò il sacco con un articolo sul Wall Street Journal rivelando urbi et orbi i comportamenti dei suoi colleghi, chiaramente lesivi degli interessi degli altri investitori.
L’ascesa dell’Hft è stata così rapida, che oggi circa la metà di tutte le transazioni finanziarie vengono effettuate da questi operatori ad alta velocità. Spiazzando anche i protagonisti tradizionali di Wall Street. E’ stato notato che una società finanziaria quasi sconosciuta, la Virtu Financial, in cinque anni ha subito perdite solo in una seduta di Borsa, e ha chiuso in utile 1.277 giorni su 1.278 (domeniche e festivi esclusi). Nessuna Goldman Sachs o Morgan Stanley può vantare delle performance simili. Il procuratore Schneiderman è convinto che dietro non ci sia solo perizia tecnica, ma qualcosa di marcio. «Abbiamo già perso tanta credibilità — sostiene il magistrato — e troppi investitori sono convinti che i mercati siano truccati. Tocca a noi, che abbiamo la responsabilità di applicare la legge e controllare i mercati, il compito di ricostruire la fiducia».
(f. ramp)