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 2014  aprile 02 Mercoledì calendario

PERISCOPIO


Spero di incontrare quel grandissimo sfessato di Marco Travaglio di notte, al buio. Vincenzo De Luca, sindaco Pd di Salerno. la Repubblica.

Il grande Mourinho ha sgridato un raccattapalle che perdeva tempo. Tale e quale Renzi con Grasso. Solo che Grasso le faceva pure cadere. Maurizio Crippa. Il Foglio.

Per i dinosauri del Pd è finito tutto con le primarie. Devono fare come Clinton. Che è stato presidente degli Usa, quindi del mondo, e dopo non ha più rotto i coglioni. Fabrizio Rondolino. Il Giornale.

Una nuova figura professionale si è ormai affiancata al portaborse e al portavoce dell’uomo politico: il twittatore di fiducia. Jena. la Stampa.

Torino ha revocato la cittadinanza onoraria a Mussolini, concessa 90 anni fa. Be’ una decisione del genere va effettivamente ponderata bene. Il Rompi-spread. MF.

Fiorello fa visita all’uomo che ha investito: «Sei già cliente di Wind?». Spinoza. Il Fatto.

Leopardi detestò la politica giacché gli individui «sono infelici sotto ogni forma di governo». Marcello Veneziani. il Giornale.

Libertà significa responsabilità. Ecco perché la maggior parte degli uomini la teme. George Bernard Shaw, Manuale del rivoluzionario. Piano B edizioni.

Per cambiare le norme che hanno distrutto il Paese occorre sciogliere il groppo di equivoci ideologici che le ha ispirate, sostituendo ai sogni (più o meno teneri, più o meno banali) la nuda e magari cruda considerazione dei fatti. Ma chi può cambiare la cultura diffusa (e cronica) se non l’informazione? E che cosa più dell’informazione dipende, in questo momento, da quel miscuglio di ignoranza, velleità e comodità che sta portando alla cancrena lo Stato? I circoli viziosi hanno la brutta tendenza a non sciogliersi da sé. Ma non durano in eterno. Se chi li percorre ipnoticamente non cambia strada, succede che, prima o poi, a cambiare è la strada. Nel senso che sprofonda. Saverio Vertone, L’ultimo manicomio - Elogio della Repubblica italiana. Rizzoli, 1992.

L’invidia riguarda tutti e tutto. C’è chi invidia il vicino di casa che si è comprato la macchina nuova, c’è chi invidia le tette di Pamela Anderson, chi il telefonino del compagno di scuola, chi gli alimenti di Ivana Trump, chi il terrazzo abusivo del condomino e chi la fidanzata di Brad Pitt. Sicuramente qualche parroco invidia il Papa. E molti vigili, non potendosela permettere, ci godono a fare una multa a una Rolls Royce. Insomma l’invidia muove il mondo, con miserabile meschinità. Enrico Vanzina, Commedia all’italiana. Newton Compton editori.

Non si osa più trasmettere perché si dubita di ciò che si deve trasmettere. D’un colpo, si mette la gioventù su un piedistallo. Anche se i primi culti della gioventù li si deve ai totalitarismi. Una giovane testa fascista o comunista è malleabile. Le distanze oggi ci sono diventate indifferenti ma il minimo ritardo ci provoca un dolore. Il tutto, subito è il totalitarismo della pulsione. È un mondo dove ci si emoziona istantaneamente di tutto per non occuparsi durevolmente di nulla. Régis Debray, Le bel àge. Flammarion.

Nanni Moretti è il grande regista narcisista, individualista, liberale del nostro tempo. Alessandro De Nicola. la Repubblica.

Mi chiamo Rio de Janér, Rosario De Gennaro, in francese. Totò. il Messaggero.

Lui, commissario di polizia, non era «bello» e nemmeno gli riusciva di consolarsi con quel proverbio che aveva udito a Milano da una ragazza, al dispesario celtico di via delle Oche: «I òmen hin semper bei» (gli uomini sono sempre belli, ndr). Carlo Emilio Gadda, Quel pasticciaccio brutto de via Merulana. Garzanti. 1957.

Con le donne sono stato spesso arrembante. E ho avuto molta fortuna. Ero pci, colto e bello. Piacevo. Sono stato sessualmente molto attivo, ma senza nessun coinvolgimento. Ed era questo, chiaramente, sintomo di una nevrosi. Diciamo pure un problema sessuale. Quando mi innamoravo di una donna e subentravano gli affetti, non riuscivo più a fare l’amore fisico. Mi sembrava di commettere un incesto, perché quella donna diventava, per me, una sorella. Può immaginare come sia stato il mio matrimonio. Fu un errore sposarmi. Non ero adatto. Mia moglie, oggi scomparsa, ha molto sofferto. Mi sono occupato dell’impero romano e della sua caduta e non vedevo che la decadenza era in casa mia. Luca Canali, latinista. Repubblica.

«Prima o poi qualcuno mi camperà», ecco perché lei faceva un sacco di figli. Lei fa i figli perché le servono, e più uno è povero e più gliene servono; è quando è ricco che gliene bastano pochi. Antonio Pennacchi, Canale Mussolini. Mondadori.

I premiati sono stati chiamati, uno dopo l’altro, al palco presidenziale, al quale sedevano, oltre a Renata Pescanti Botti, il prefetto Libero Mazza e l’avvocato Alfredo Busoni. Hai detto niente? Sergio Saviane, Video malandrino. SufarCo, 1977.

Ora il traffico si è gonfiato e preme nervoso, è un «muoviti!» impaziente, il colpo di clacson a chi tarda un istante a ripartire, al verde. E intorno il cielo va rischiarando, piano; dalla foschia notturna le cime dei grattacieli milanesi di Porta Nuova emergono come comignoli di grandi navi ancorate in un nebbioso porto. E le gru dei cantieri lentamente, alla prima luce, cominciano a girare; nel borbottio di grosse betoniere, quasi il rumore stesso del lavoro. E fretta, fretta, abbiamo tutti fretta. Scendono di corsa i pendolari nel metrò Garibaldi, salgono di corsa i viaggiatori le scale della Centrale. Verso Est, sopra Linate, il lampeggiare sicuro degli aerei in decollo, che poi spariscono dentro l’ultimo lembo della notte. Marina Corradi. Avvenire.

Singer aveva la volontà feroce di non sacrificare lo yiddish, questa lingua di nessuno, a beneficio dell’inglese. Aharon Appelfeld sottolinea che Singer parlava la lingua degli ebrei di Polonia, egli ne era la gola e la bocca. Egli era il popolo. Bruno Corty. Le Figaro. Jared Diamond, Il mondo fino a ieri. Che cosa possiamo imparare dalle società tradizionali. Einaudi.

La maitress Senora Rius è anche convergente, vale a dire che vota per Convergència i Uniò, il partito nazional-separatista che è al potere a Barcellona. «Eh sì», dice con un sospiro. «Anche se il divorzio con la Spagna magari non si farà, credo proprio che la storia d’amore tra Spagna e Catalogna sia al capolinea. Non ci vogliono più bene» Marco Cicala. il venerdì.

Only Irish coffee provides in a single glass all four essential food groups: alcohol, caffeine, sugar and fat. Alex Levine.

L’intellettuale di sinistra che si fa capire è perduto. Roberto Gervaso. il Messaggero.