ItaliaOggi 2/4/2014, 2 aprile 2014
GIRASOLI A TAIPEI È LA RIVOLUZIONE
I girasoli inviati da un fiorista, insieme a viveri e coperte, sono arrivati il primo giorno senza che nessuno sapesse cosa farne. Così uno studente ha preso un fiore giallo e lo piantato sullo scranno del presidente dell’assemblea nazionale tra le bottiglie di bibite energizzanti alla maniera delle offerte dei cinesi alle divinità taoiste. Le foto diffuse in Internet hanno fatto il resto: i giorni seguenti casse intere di girasoli sono state inviate agli studenti che occupavano il parlamento di Taipei e le strade adiacenti. La stampa li ha presi a simbolo della luce contro l’opacità delle manovre di governo. E così la rivoluzione dei girasoli in corso dal 21 marzo ha rivelato il disagio dei giovani di fronte alla politica commerciale del governo taiwanese con la Cina continentale. In particolare, l’accordo sulla apertura del contratto sui servizi decisa dal presidente Ma Ying-jeou con Pechino. Il 17 marzo il partito del premier, il Kmt (Kouomintang) ha cercato di far passare la legge senza discuterla nei suoi vari aspetti. Il trattato fra Cina e Taiwan prevede di aprire alle aziende taiwanesi 80 settori dei servizi in Cina e 64 industrie taiwanesi apriranno alle aziende cinesi. Le intese sono inevitabili in una economia globale ma gli studenti di Taipei protestano perchè vogliono che venga adottata una legge di vigilanza ponendo questa come condizione per smobilitare la protesta nonostante la polizia sia intervenuta in queste settimane per liberare il parlamento dai manifestanti. Gli studenti protestano contro il potere ombra della Cina, la dipendenza di Taipei da Pechino e la deriva autoritaria del partito Kmt.