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 2014  aprile 01 Martedì calendario

AFFARE FINMECCANICA INCHIESTA SULLE FATTURE DELLO STUDIO TREMONTI


ROMA -“Non è la prima volta che il conflitto di interessi del professor Giulio Tremonti fa discutere – scrive Marco Lillo del Fatto Quotidiano – E ’ successo già per l’operazione Bell-Telecom, per il caso Unipol-Fonsai e per il caso Unicredit-Brontos. Stavolta però è la Procura della Repubblica di Milano a porsi domande sugli incroci tra l’attività pubblica dell’ex ministro dell’economia e le attività private dello studio da lui fondato e con sede in via Crocefisso 12 a Milano in un immobile di proprietà della sua società, la Immobiliare via Crocefisso Spa”. Il pubblico ministero di Milano Roberto Pellicano sta valutando con attenzione il ruolo giocato nell’operazione Finmeccanica-Drs nel 2008-2009 dallo studio fiscale Vitali Romagnoli Piccardi & Associati, fondato da Giulio Tremonti, e lasciato dal tributarista di Sondrio quando era ministro nel Governo Berlusconi.
L’INCHIESTA della Procura di Milano, che per adesso non ha iscritto nessuno nel registro degli indagati, riguarda una parcella da 2, 4 milioni più Iva percepita dallo studio che oggi è tornato ad avere tra i suoi partner anche Giulio Tremonti, per la consulenza sulle problematiche fiscali della più grande acquisizione realizzata da una società pubblica in Italia. L’incarico era condiviso con lo studio della società di revisione Ernst & Young. I due studi fiscali per l’operazione Drs hanno emesso distinte fatture. Ernst & Young Studio legale e tributario ha incassato 400 mila euro il 31 luglio del 2008 più 800 mila euro il 30 gennaio 2009 e altri 400 mila euro il 20 marzo del 2009 per un totale di 1, 6 milioni più iva. Mentre lo studio Vitali Romagnoli Piccardi & Associati ha incassato 2, 4 milioni più iva in unica soluzione il 13 marzo del 2009 su fattura emessa appena 40 giorni prima, il 2 febbraio 2009.
La storia inizia nel 2008 quando al Governo c’è Berlusconi e il ministro dell’economia Giulio Tremonti, almeno secondo i rumors riportati dai commentatori, non è entusiasta dell’operazione di acquisizione tanto desiderata da Pierfrancesco Guarguaglini. Il presidente di Finmeccanica vuole spostare verso l’Atlantico il baricentro del gruppo quotato in borsa ma controllato dal ministero dell’economia. Così Guarguaglini si affida a Lorenzo Cola, un consulente che vanta solide entrature nei servizi italiani e negli Stati Uniti nonostante i tatuaggi e il look originale. Alla fine il 13 maggio 2008 Finmeccanica acquista Drs mettendo sul tavolo 5, 2 miliardi di dollari pari a 3, 4 miliardi di euro. La società è un grande fornitore delle forze armate statunitensi, con un fatturato di 2, 8 miliardi di dollari, sede nel New Jersey e circa 10 mila dipendenti, ma si rivelerà un pessimo affare. Giulio Tremonti aveva visto giusto ma, dopo un primo periodo in cui aveva manifestato la sua contrarietà all’operazione, secondo Cola, non si oppone. Tra il prima e il dopo, annota maliziosamente Cola nel suo interrogatorio con i pm romani, c’era stato il contratto con lo studio di Ernst & Young, guidato da Giuseppe Mongiello, presentato a Cola da Guarguaglini nel 2006, e lo studio Vitali Romagnoli Picardi. Dopo avere raccolto le dichiarazioni di Cola, il pm romano Paolo Ielo ha trasmesso le carte a Milano per competenza. La parcella da 4 milioni più Iva allo studio fondato dall’ex ministro e a quello dell’amico di Cola ha influenzato in qualche modo l’operazione da 3, 4 miliardi? A questa domanda dovrà rispondere il pm Pellicano. Il contratto di consulenza risale all’ 8 maggio del 2008 ed è stato stipulato da Finmeccanica con lo Studio Vitali Romagnoli Piccardi e Associati e con Ernst & Young Studio Legale e Tributario, retto da Giuseppe Mongiello, l’uomo che fu presentato a Cola da Guarguaglini nel 2006 e che poi ha seguito insieme a Cola anche l’operazione Digint. Cola è stato arrestato la prima volta nel luglio 2010 per riciclaggio e ha patteggiato 3 anni e 4 mesi proprio per la vicenda Digint. Poi è stato riarrestato nel 2011 per il caso Enav. Solo per l’operazione Drs, una società che ora ha dimezzato il suo valore secondo gli analisti, il consulente di Guarguaglini ha incassato 16, 6 milioni di dollari. Una parte sono finiti in Svizzera dove erano gestiti da un ex dipendente dello studio di Ernst & Young. Giulio Tremonti, sentito ieri dal Fatto su quella parcella da 2 milioni dice solo: “Non so nulla”. Quanto alla sua posizione sul caso Drs rinvia “a quanto è stato scritto sulla stampa all’epoca”. Sui rapporti con l’allora ministro, Lorenzo Cola aveva già raccontato in un precedente interrogatorio del 22 dicembre 2010: “Andai dal Ministro Tremonti, nel periodo primavera / estate 2009, al senato. In quell’incontro parlammo della questione americana e della questione libica, ossia dell’ingresso in Finmeccanica dei fondi sovrani libici. Il ministro mi disse che nulla sapeva. L’incontro è avvenuto al Senato, nello studio del Senatore Andreotti, è durato circa 45 minuti ed è avvenuto alla presenza del senatore Andreotti e dell’avvocato Vitali”, cioè il fiscalista dello studio che ha seguito il caso Finmeccanica-Drs.