Mario Ajello, Il Messaggero 1/4/2014, 1 aprile 2014
CNL, VIAGGIO NEL PARADISO PERDUTO 14 PROPOSTE DI LEGGE IN SESSANT’ANNI
Quando Renzi pensa alla «palude», pensa anche al Cnel, nonostante il più superfluo degli organi costituzionali abiti nell’angolo meno paludoso di Roma.
Si trova infatti a Villa Borghese. Ed è degno di simboleggiare la Grande Bellezza. Quando al Cnel pensano a Renzi, che ieri ha varato l’abolizione del Consiglio nazionale per l’economia e il lavoro, lo pensano così: «Qui, Renzi è una parola impronunciabile», confida un addetto alle pulizie a Villa Lubin, che è questo paradiso agli sgoccioli nel suo ultimo giorno di esistenza. Matteo l’Impronunciabile. Un succo di negatività, quasi quanto i giornalisti. «E’ giornalista lei?». Bohhh... «Vada via!». Bohhh... «Qui si entra solo se c’è un convegno!». E ce ne sono tanti, al Cnel, che è un convegnificio di quelli che hanno ispirato ad Alberto Arbasino una delle sue migliori piccole rime: «Parlare / discutere / confrontarsi./ Per risultati così scarsi?».
5 STELLE
Questa sorta di reggia e di mega-resort - e semmai nella sua prossima vita sarà un hotel, le 5 stelle deluxe sono assicurate - è assediato dalla rottamazione e dalla solitudine da fine impero. E’ tutto lindo, ma tutto già ex da queste parti. Un pezzo di carta - come fosse un foglio della Costituzione che credeva nel Cnel ma è rimasta delusa anche lei - galleggia però nella fontanella neo-classica all’ingresso. Alle cinque e mezza del pomeriggio il popolo (si fa per dire) di Villa Lubin sarà inchiodato davanti allo streaming di Palazzo Chigi, per vedere - con il muso lungo - la conferenza stampa in cui Renzi sbaracca tutto? «Macchè, saranno già andati via da un pezzo», assicura l’insider. Il fervore di iniziativa e l’operosità del luogo non sono proverbiali. Neanche nell’ultimo giorno. Non si muove foglia, a parte quelle degli alberi secolari. Costa all’erario 20 milioni all’anno il Cnel, ma in 60 anni ha prodotto soltanto 14 proposte di legge (e nessuna è diventata legge), e vorrebbe continuare ad essere quello che. Un meraviglioso cimitero degli elefanti dove, per fare solo un esempio, l’ex segretario della Uil, Raffaele Vanni, siede dal 1958 e probabilmente sarebbe ancora lì come tante altre pantere grigie del sindacato, delle corporazioni, delle magistrature, dell’Italia più Italia, con tanto di gettoni di presenza e di prebende, se nel 2012 non ci fosse stato il taglio dei consiglieri da 121 a 64. Che dolce vita si trascorreva in questo paradiso perduto, immerso tra la flora e la fauna, con gli scoiattolini che ogni tanto vengono a fare cip e ciop, o ciao ciao, davanti alle finestre degli uffici dei dirigenti e degli impiegati che in questi giorni stanno dicendo mestamente «adieu» alle graziose bestioline e alla letizia (viale Madama Letizia è la via che porta quassù) che li ha resti invidiati e coccolati. Prima che arrivasse il Rottamatore, anzi l’Impronunciabile.
DESTINO CINICO E BARO
Qualcuno di loro si illude: «Sbaracchiamo? Campa cavallo». E invece no, in un annetto la legge costituzionale che abolisce il Cnel può diventare operativa. Infatti sono per lo più arresi al destino cinico e baro i 91 impiegati (molti a soli 1.400 euro al mese e che torneranno nei ministeri di provenienza da cui sono stati distaccati), ma qualcuno spera nel contentino. E si chiede: «Conserverò il pennacchio Cnel, che è un organo costituzionale, o perderò il diritto acquisito ad avere qualche soldo in più e tornerò ministeriale semplice?». Al bar e al ristorante interno (otto euro un pasto completo, 50 centesimi un caffè: e che bello!) è tutto un piangersi addosso. Qui accanto c’è Valle Giulia, qui dentro c’è la valle di lacrime. Non si dà pace il presidente (ex ministro) Antonio Marzano (215.000 euro all’anno ma senza super-Audi perchè in tempi di spending review si deve accontentare di una delle due Passat di servizio, unica coppia di autoblù sopravvissute). Mentre la pletora dei consiglieri strapagati e dei consulenti inutili salirebbero sugli alberi (le montagne dei partigiani a Villa Borghese non ci sono) per fare la Resistenza, magari con l’aiuto non proprio muscolosissimo degli scoiattolini, ma sanno che non si può. Perchè lo spirito del tempo, e non solo Renzi, non soffia a loro favore e basta leggere su Twitter centinaia di ironie così: «Il Cnel è inutile quanto i calzini con le infradito».
Ma ecco un anziano che porta il cane a fare la popò sulle margheritine intorno alla regia-resort. Dopo aver raccolto il lascito con la sua brava paletta, l’uomo ascolta la domanda: lo sa che hanno abolito il Cnel? Risposta: «Ma non sarebbe meglio chiedersi perchè è esistito finora?».