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 2014  aprile 01 Martedì calendario

E TU QUANTO SEI HAPPY?


COME DA COPIONE, I MEDIA SI SONO SUBITO AFFRETTATI A ETICHETTARLO COME IL NUOVO «TORMENTONE». Ma Happy è qualcosa di più: è una febbre popolare, un fenomeno di massa che sta contagiando tutte le città e le comunità del pianeta. Merito di Pharrell Williams, cantante, musicista e produttore discografico americano (c’è lui dietro le ultime performance di Madonna, Jay-Z, Britney Spears e tante altre star), che ha lanciato il suo video reclutando gente comune che balla, canta e ride per strada sulle note di questo contagioso inno funk-pop alla felicità.
Fatto sta che in poche settimane, Happy ha scalato le classifiche di tutto il mondo e ormai si sente dappertutto (forse troppo). Un successo planetario, un pezzo commerciale, sì, ma così cool che per poco non si è aggiudicato l’Oscar, come colonna sonora del film DespicableMe2. Alla fine Pharrell non si è accaparrato la statuetta dorata, ma Happy e il suo messaggio positivo spopolano ovunque. Al punto che dopo aver battuto tutti i record con il suo singolo, Williams ha siglato una partnership con la United Nation Foundation in occasione della Giornata Mondiale della Felicità, lo scorso 20 marzo, e ha invitato tutti i suoi fan nel mondo a realizzare e pubblicare i propri video sulla felicità. Sulla scia della sua clip così virale, migliaia di persone, da New York a Margherita di Savoia in provincia di Barletta, passando per Bamako, Gerusalemme, Oslo, Roma e Rio de Janeiro, stanno realizzando e diffondendo in rete centinaia di video concepiti sulla falsariga del format originale: il centro e i monumenti della città – un’occasione per fare un po’ di propaganda turistica – tante comparse, la grafica gialla e nera, le note di Pharrell. E una “felicità” cantata, ostentata, assoluta. Purché virale.

DANZANDO A LOS ANGELES
I primi sono stati Clément Durou e Pierre Dupaquier, meglio noti come We are from L.A., che hanno realizzato la clip più lunga del mondo (la trovate su http://24hoursofhappy.com), oltre 360 filmati assemblati per 24 ore, tutte a loop sulle note di Happy con un cast eccezionale che include lo stesso Pharrell: un’interminabile sessione di ballo per le strade di Los Angeles, con un esercito di cittadini scatenati tra piazze e vicoli della crazy town. Dopo di loro, il diluvio: ne è nata una divertente competizione tra chi posta su You Tube la versione di Happy più originale, ballando con i cammelli sotto le piramidi o davanti alla Casa Bianca, in cima alle montagne a 3000 metri di altezza o su un atollo esotico. Il fenomeno ha sconfinato anche nei campus universitari e nelle aziende: ha suscitato molte polemiche la versione realizzata nello stabilimento Fiat di Melfi. «Una barzelletta», hanno decretato i sindacati.

DA NAPOLI A SIENA
In questo momento la lista è aggiornata in tempo reale su http://www.wearehappyfrom.com – sono 967 le città che hanno realizzato la loro versione di Happy, in 102 nazioni, per un totale di 69 ore di “felicità condivisa”, che abbiamo sintetizzato in un montaggio speciale su Unita.it. Gli italiani – popolo di cantanti e ballerini mancati – hanno risposto in massa alla sfida danzante: il video più visto, in questo momento, è quello di We are happy from Napoli con circa 700mila visualizzazioni. In alcune regioni, come la Puglia, si scatenano anche le frazioni più sperdute. E la mania dilaga ovunque se perfino Abbadia San Salvatore in provincia di Siena, paesino di 6.700 anime, non ha resistito alla tentazione di lanciare sul web, una settimana fa, la propria versione locale. Insomma, Happy non avrà vinto l’Oscar, ma ha lasciato il segno, ed è diventato il manifesto della felicità. Forse virtuale, ma ineluttabilmente condivisa.