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 2014  aprile 02 Mercoledì calendario

VIAGGIO

«Sono sia felice che triste, rido e piango. Ho un senso di soddisfazione che le parole non possono descrivere. Il calcio mi ha insegnato qualcosa che rimarrà per sempre. È che è stato un viaggio trionfale» (Cristian Chivu, che ha deciso di ritirarsi dopo i ripetuti problemi a un dito del piede).

STRADA «Per un corridore abituato allo stadio, la strada è esaltante. Respiri la città, senti il tifo a un metro: ti arriva addosso, sulla pelle. Corri con gli amatori, il che significa che alla partenza vibrano insieme le ambizioni di migliaia di persone» (la bellezza della maratona secondo Stefano Baldini).

PARTENZE «Devo capire se me ne debbo andare via da Napoli, portarmi Benitez in Inghilterra e comprarmi una squadra lì lasciando qui la Primavera. Poi giocherete con il sindaco e la squadra degli assessori. Mi sono stancato, siamo all’ultima tappa, se me ne devo andare me ne vado senza lasciare, però, il mio Napoli nelle mani di qualcun altro» (Aurelio De Laurentiis).

RITORNI «Mai avuto il dubbio che sarei tornato ad alto livello. Anzi, non sono tornato semplicemente perché non sono mai andato via» (Alberto Contador, tornato numero 1 nel ranking Uci dopo cinque anni).

CURVA «Abito a 500 metri da Palasport, dalla nostra curva. Non che avessi un debito, ma la stagione è stata avara di soddisfazioni per la nostra gente. Dieci anni fa mi capitò una brutta cosa, l’esonero. Quando sono tornato a Modena, l’ho fatto anche per provare a cancellare quella pagina del 2004» Angelo Lorenzetti, allenatore della Pallavolo Modena).

TIMORE «La vera sorpresa della Roma è Maicon. Se non è tornato a massimi livelli, poco ci manca. E poi ha una personalità in campo incredibile. Incute timore agli avversari» (Roberto Pruzzo).

CUORE «Fabio ha sempre avuto tanto talento, ora lo sta dimostrando. Lo conosco dai 12 anni, è molto bravo e veloce, copre tutto il campo. Gioca con il cuore e mostra sempre le sue emozioni più forti» (Fognini secondo Andy Murray).

DIECI «Gli allenatori italiani non amano il trequartista. I giocatori di talento diventano seconde punte alla Cassano o attaccanti esterni tipo El Shaarawy. Ci vorrebbe più coraggio. I 10 sono sinonimo di calcio spettacolo» (Giancarlo Antognoni, che ha compiuto ieri sessant’anni).