Eugenia Romanelli, Macro, Il Messaggero 31/3/2014, 31 marzo 2014
DEAD DROPS SCAMBIO DI FILE A PORTATA DI CHIAVETTA
LA NOVITÀ
Dal reale al virtuale al reale. C’è un nuovo modo di mettersi in contatto con altri esseri umani e si chiama il dead drops. Si tratta di chiavette usb anonime conficcate nei muri delle città zeppe di materiali audio, video e file di ogni tipo. Per connettersi non c’è bisogno di nulla, nessun plugin, nessun cavo: solo un portatile. Basta appuntarsi gli indirizzi, e via all’esplorazione, sia reale che virtuale.
La moda è nata quattro anni fa a New York grazie a un artista berlinese, Aram Bartholl, che ha nascosto nella Grande Mela cinque pennette coi suoi lavori invitando chiunque a acquisire i files e a condividerne altri (nelle sue pennette compariva anche un “how to”, ossia un manuale con le istruzioni per posizionare altre pennette in giro). Oggi le chiavette usb si sono moltiplicate in tutto il mondo, e quelle censite sono circa 1.200 per un totale di cinquemila terabyte di informazioni (che nessuno può ottenere, se non connettendosi direttamente al muro). Uno speciale registro online (http://deaddrops.com/) ne attesta la posizione, la capienza, la data di creazione.
Anche l’Italia ne vanta un centinaio, da Catania a Milano, da Cagliari a Martina Franca. L’anno scorso i device installati a Roma erano 11: nel centro storico (via del Politeama 4/6, piazza S. Francesco di Paola, viale G. d’Annunzio 100, piazzale Aldo Moro); all’Eur (via Cina 308, via Domenico Sansotta, viale dell’Oceano Indiano 67); Tuscolano (piazza Re di Roma, via dei Colli Albani 160); Balduina (via Giorgio Franceschini); Nomentano (viale delle Provincia 37). I mitici Casino Royale ne hanno sparsi vari in giro per lo Stivale (la mappa si ricava da un QRCode nel video di “Ogni Uomo Una Radio”: rimanda al loro sito, dove sono indicate le location delle drops).
Se si tratti di arte, una rigogliosa forma di street art 2.0, o di nuova frontiera della comunicazione, a ognuno la sua opinione. Di sicuro sembra che ad essere stati superati non siano solo messaggi in bottiglia e piccioni viaggiatori ma perfino i social network. Un ritorno all’off line? Più probabile che il nuovo orizzonte della socializzazione sia un ibrido: se le relazioni virtuali hanno da tempo sostituito gran parte di quelle reali, adesso sono a loro volta superate da un mix tra digitale e urbano.
Eugenia Romanelli