Marco Liera, Plus, Il Sole 24 Ore 31/3/2014, 31 marzo 2014
IL DEBITO PUBBLICO STABILIRÀ LA RESIDENZA
FATCA. Il 99,99% della popolazione mondiale forse non sa cosa significhi questo termine, mentre l’altro 0,01% lo conosce e ci sta impazzendo. Stiamo parlando del Foreign And Tax Compliance Act che entrerà in vigore dal 1° luglio 2014 e obbligherà gli intermediari finanziari di tutto il mondo a scambiare informazioni con l’autorità fiscale Usa (Internal Revenue Service) riguardo ai rapporti dei residenti in quel Paese. In base al principio di reciprocità, anche gli intermediari finanziari Usa saranno obbligati a fornire tutti i dati dei propri clienti stranieri alle autorità fiscali degli altri Paesi. Inutile dire che l’applicazione della nuova normativa comporta un gran lavoro di aggiornamento delle procedure informatiche delle organizzazioni finanziarie del pianeta, come si è discusso giovedì nel seminario organizzato da Assogestioni. Nel quale è stato precisato che gli intermediari si devono preparare anche all’adozione, a partire dal 1° gennaio 2016, degli standard di comunicazione Ocse sui clienti non residenti, non proprio coincidenti con FATCA. Dal punto di vista dell’investitore privato, tali normative comportano l’impossibilità di non essere oggetto di monitoraggio sui propri impieghi finanziari detenuti presso intermediari esteri. Le procedure di voluntary disclosure come quella introdotta anche in Italia, danno l’ultima chance a chi ha occultato capitali all’estero di regolarizzarli. La possibilità di diversificazione del rischio-Paese resta, ma il Paese di residenza - soprattutto se appesantito dal debito pubblico - potrà legare al proprio destino tutto il patrimonio dei propri residenti. Sarà interessante vedere se alla regolarizzazione dei capitali seguirà uno spostamento dei benestanti nei Paesi con minori debiti pubblici. Senza l’illecita "valvola di sfogo" dei capitali non dichiarati, chi è ricco cercherà di stabilirsi non solo dove ha affetti e lavoro, ma anche dove non verrà fiscalmente perseguitato.
@LieraMarco