Marco Belpoliti, La Stampa 31/3/2014, 31 marzo 2014
LA COLLETTA 2.0
Non passa giorno che non arrivi un’email, un sms o un invito su Facebook che ti chiede: partecipi al crowdfounding? Una volta si chiamava colletta, adesso, all’anglosassone, si dice solo così: crowdfunding; «crowd», folla, «funding», finanziamento. Nel passaggio dal primo termine al secondo c’è tutta la storia degli ultimi secoli.
La colletta è in origine una parola che viene dal verbo latino «colligere», raccogliere. Si riferisce alla preghiera rivolta dal sacerdote che riunisce i voti dei fedeli. Voti, come auspicio. L’officiante li offre a Dio. Da questo significato si è passati alla «collecta» intesa come «contribuzione in denaro»; ne parla Boccaccio nel 1375. Il termine «collettivo», oggi caduto quasi in disuso, viene dal medesimo ambito: raccogliere. Poi è passato a indicare un gruppo di esseri o cose. L’uso politico di «collettivo» è dal russo «Kollettiv»; ma già nel 1849 si usava in francese l’espressione «propriété collective» per indicare la «proprietà collettiva» opposta alla «proprietà personale». Dopo la Comune di Parigi il termine «collettivo» assume un valore politico.
E «crowdfunding»? Dietro alla parola c’è la teoria della folla. «La saggezza della folla», così s’intitola il libro di James Surowiecki (2004) che ha rilanciato l’uso positivo del termine «crowd», dopo le valutazioni negative del XIX e XX secolo. Ora è il momento del «processo collaborativo di un gruppo di persone che utilizza il proprio denaro per sostenere gli sforzi di persone e organizzazioni», come lo definisce la voce di Wikipedia. L’origine starebbe nel termine «crowdsourcing», processo di sviluppo collettivo di un prodotto. Si sostengono varie iniziative raccogliendo soldi per arte, film, giornalismo partecipativo, siti, beni culturali, ma si arriva anche alla ricerca scientifica e alle iniziative imprenditoriali: start-up (altra parola magica). Sono il web, la diffusione degli smartphone, e ora delle app a promuoverlo. La voce wikipedia suggerisce che a creare il «finanziamento della folla» sia stato Jonathan Swift, ispiratore degli Irish Loan Fund, istituti collettivi di microcredito per combattere la povertà degli irlandesi. Di certo Barack Obama ha raccolto fondi per la sua campagna elettorale. Attraverso le «piattaforme» (altra parola magica) che promuovono l’incontro tra finanziatori e promotori. Cosa è cambiato dall’epoca delle collette? Tutto e niente. La raccolta di denaro è sempre la stessa. Al posto di Dio c’è Noi.