Maurizio Molinari, La Stampa 31/3/2014, 31 marzo 2014
L’EX INSEGNANTE RICORDA PUTIN “DETERMINATO E RICONOSCENTE”
«Un ragazzo silenzioso e serio, capace di prendere buoni voti anche se saltava le lezioni per andare agli allenamenti di lotta»: è il ritratto di Vladimir Putin stampato nella memoria della sua insegnante di tedesco, che ora ha 93 anni e vive a Tel Aviv. Fra il 1968 ed il 1969 Mina Yuditskaya Berliner era una delle docenti nel liceo 281 di Leningrado - l’attuale San Pietroburgo - e fra i suoi alunni aveva Vladimir, che fu sorpresa, alla fine degli anni Novanta, di rivedere nelle vesti di presidente russo durante una trasmissione tv in Israele, dove è emigrata dopo la dissoluzione dell’Urss.
Mina Yuditskaya Berliner è di origine ucraina e la crisi della Crimea l’ha trasformata nel personaggio più inseguito dai media locali per chiedere opinioni sul carattere dell’inquilino del Cremlino. «A scuola Putin era molto disciplinato, poco loquace» dice l’ex insegnante, precisando però che «a volte anche lui faceva qualcosa di anomalo come saltare le lezioni» ma ciò avveniva per un motivo preciso: «Erano in coincidenza con gli allenamenti di lotta» dove Putin amava andare. E comunque le conseguenze negative sugli studi non si sentivano «in quanto era sempre in grado di dare le risposte giuste, anche se non aveva ascoltato la lezioni in classe». A confermare il carattere determinato del 16enne Vladimir vi è il fatto che «all’epoca suoi compagni di scuola erano tutti interessati alla Chimica mentre lui pensava solo a Legge» che poi avrebbe in effetti studiato all’università.
Quando nel 2005 Putin si recò in visita in Israele, l’ex insegnante chiese di vederlo. All’inizio all’ambasciata russa a Tel Aviv non le diedero retta ma poi, a sorpresa, ricevette la convocazione in un hotel di Gerusalemme. «Putin mi incontrò, eravamo seduti uno davanti all’altra, poi camminammo assieme e mi disse che era diventato pelato» ricorda. Putin si interessò a come viveva la donna in Israele e una volta appurato che risiedeva nel monolocale di un quartiere povero di Tel Aviv corse ai ripari. «Pochi giorni dopo la sua partenza - racconta Mina Yuditskaya Berliner, tradendo ancora emozione - un suo inviato mi fece scegliere fra due case nuove in cui abitare e optai per quella meno costosa». Che lo stesso Putin le fece trovare colma di elettrodomestici e regali, incluso un orologio e un’autobiografia, entrambi con la sua firma. Da qui la conclusione di Mina: «Conosce la gratitudine e ha un grande cuore».