Marco Panara, Affari&Finanza 31/3/2014, 31 marzo 2014
LE VALUTAZIONI “SOGGETTIVE” DEI DITTATORI DEL RATING
Dubbi sulle agenzie di rating, e sul peso che alle loro valutazioni è stato dato dai regolatori, li hanno avanzati anche il presidente della Bce Mario Draghi e il presidente della Consob Giuseppe Vegas. Ora quei dubbi trovano una conferma nei numeri. Economic Research di Unicredit ha rivisitato i dati economici di 100 paesi per un arco di dieci anni e ha messo tutto ciò a confronto con le pagelle delle agenzie di rating. L’esito è inquietante. Molte valutazioni delle agenzie risultano infatti influenzate più da valutazioni soggettive che dai dati oggettivi. In sostanza, se le agenzie si fossero basate solo su questi ultimi le loro previsioni di default si sarebbero rivelate assai più corrette. E’ una pagella a chi dà le pagelle, e i voti sono pessimi. Potrebbe essere una stimolante discussione tra economisti se non fosse per il fatto che dal rating dei debiti sovrani dipendono flussi di capitali e costo del denaro, ovvero, alla fine, prosperità o meno per famiglie e imprese. I più danneggiati, ma già lo sapevamo, sono stati i paesi dell’Europa periferica che hanno pagato un prezzo salatissimo alle valutazioni “soggettive” dei signori del rating. Il minimo che si possa chiedere ora è che i loro metri di valutazione siano trasparenti e le minute delle loro riunioni rese pubbliche. La dittatura del rating ha fatto il suo tempo (e molti danni).