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 2014  marzo 31 Lunedì calendario

E BERLUSCONI PORTA GLI ANIMALI IN CAMPAGNA ELETTORALE


IL CASO
CERTO che è sospetto questo improvviso amore di Berlusconi per Fido e Micio, per giunta trovatelli, e la benedizione di Madre Teresa di Calcutta. Dinanzi alle meraviglie del creato il cinismo è doppiamente riprovevole, ma per quel po’ che si è studiato il personaggio, la sua vera e antica passione erano le piante, donde la splendida raccolta di cactus alla Certosa e poi l’orto degli arbusti officinali, con tanto di laboratorio segreto nei sotterranei. Basta: da un anno solo animali.
E dire, a ulteriore conferma della scarsa sensibilità mostrata fino a poco fa per il regno animale, che non si hanno più notizie di un gatto, a nome “Miele”, di cui si scrisse che giocava, suscitando viva allegria a corte, con un topolino meccanico ribattezzato “Prodi”. Era il pegno d’amore di un’attrice del primo ciclo d’intercettazioni (2006-07).
Riguardo al secondo, e magari pure al terzo ciclo, agli atti del processo Rubygate risulta una telefonata in cui due olgettine raccontavano di una terza signorina che a una cena elegante, lilla lalla, si era presentata con un cagnolino, un chihuahua sembra di ricordare. E Lui prima niente, ma poi per fare lo spiritoso le aveva detto qualcosa del tipo: «Domani te lo faccio abbattere », e quelle giù a sghignazzare.
Assai più misteriosa, sempre in tema, la vicenda di un’altra bestiola con cui nella sua autobiografia (Gradisca, presiden-te, Aliberti, 2009) Patrizia D’Addario sostiene di essere entrata in relazione, nel senso che con qualche insistenza provò a leccarle i piedi durante una festicciola. Questo “cagnetto riccioluto” era anch’esso un dono, in questo caso della signora Bush, e aveva nome Fru-fru, curiosamente, oppure Frufrù. Anche sul suo destino le cronache non offrono purtroppo ragguagli. Ma se non altro per assonanza piace qui considerare Frufrù un antesignano di Dudù.
Il quale Dudù, l’ormai preclaro barboncino bianco, proviene ufficiosamente dal milieu dell’onorevole Maria Vittoria Brambilla, acclarata profetessa della svolta animalista; è da considerarsi parte integrante del kit, del frame, del format e del ticket che ha pianificato la promozione di Francesca Pascale a figura quasi di famiglia; e in ogni caso incomincia ad informare e ad animare la narrazione del berlusconismo, sia pure terminale, su un palco a Bari, il 12 aprile del 2013, pochi giorni prima delle elezioni politiche.
Dopo la foto con la meticcia trovatella Vittoria, messagli in braccio dalla Brambilla, e quella della carlina Puggy, collocata sulla scrivania presidenziale dalla sua padroncina onorevolessa Biancofiore, nel corso dell’anno si è variamente strologato sul ruolo e sul messaggio di Dudù: cane-fedeltà in mezzo a tanti traditori; o gentil-cane gingillo di impostazione cinquecentesca con iconografici travestimenti tra il pop e il kitsch (pettorine, candeline, croccantini a cuoricini e ossicini); ma anche cane-figlio o comunque tale da surrogare nell’immaginario l’assenza di un frutto dell’amore tra Silvione e Francesca; cane-psicopompo, infine, cioè con compiti di accompagnamento del suo padrone nel triste viaggio verso i servizi sociali e l’uscita dalla politica.
Stai a vedere, s’è letto ieri, che il Condannato salderà il suo debito con la giustizia aiutando gattini e cuccioletti in qualche struttura. A tale proposito forse non tutti ricordano che mesi orsono i discoli della Zanzara fecero telefonare da un finto Ghedini a don Mazzi per chiedergli se Berlusconi si sarebbe potuto portare Dudù in comunità - il prete rispose: «Perché no?».
Intanto pare certo che a metà febbraio l’ex Cavaliere ha fatto testare la popolarità e il consenso di Dudù. Per quanto la cosa suoni assurda, s’è anche letto di un manifesto con il barboncino e lo slogan: «Fai come Dudù, fonda un club anche tu». Esiste comunque già una incredibile pagina ufficiale Facebook “Forza Dudù”, già bersaglio di un attacco hacker. Eppure, fra elettoralismo raschia-barile, volontariato coatto ed emulazioni da cerchio magico (da poco è arrivato il barboncino di Mariarosaria Rossi, Babù) nulla impedisce di pensare che Berlusconi abbia scoperto di amare i cani. O almeno: «Dudù – ha affermato – è molto più intelligente della metà dei miei». E ha pure chiamato i fotografi quando, con Putin, si messo a giocare tirandogli la palletta - poi su quella stessa palletta è anche scivolato, ma pazienza.
Basta che se ne parli. Dudù è gay, proclama Alfonso Signorini. No, era interessato alla mia Puggy ribatte la Biancofiore sempre alla radio, pure accennando all’erezione, «Eccome se l’ho vista, urca!». Come sempre si esagera, allegramente, paurosamente. Alfano tuona: «Non siamo Dudù». E Renzi: «Con chi facevo l’accordo per le riforme? Con Dudù?». Da lassù Madre Teresa guarda giù e chissà cosa pensa.