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 2014  marzo 31 Lunedì calendario

IL PARADOSSO DI SILVIO CHE CANDIDA ANCHE I CACCIATORI


CONCEDENDOSI l’opportunità di manifestare le proprie intenzioni senza grandi scrupoli di coerenza, come in altre occasioni Berlusconi dimostra di cogliere con precisione un nuovo sentimento degli italiani.
Intuitivo, irrompe con spregiudicatezza in un ambito che la sinistra dà per scontato essere proprio l’amore per gli animali – interpretandolo forse come derivazione della cultura ambientalista. Parte integrante della famiglia, lenitivi della solitudine di single e anziani: oggi il cuore del popolo batte per cani e gatti e poco importa se la compagine che ha accompagnato il percorso politico del Cavaliere e l’identità stessa dei suoi partiti, vicini all’imprenditoria, sia sulla carta distante dagli ideali di chi difende le altre specie.
Dall’odierna candidatura di Sergio Berlato, esempio di estremismo venatorio, fino a Carlo Giovanardi, simpatizzante di allevamenti, circhi e sperimentazione, la compagine berlusconiana dà il peggio di sé, durante gli anni di governo, nei furiosi tentativi di deregulation della caccia. Nel 2004 nasce però la legge 189/04, che punisce penalmente maltrattamenti e uccisione degli animali d’affezione.
Alleata di Berlusconi nella conquista del consenso animalista è Maria Vittoria Brambilla, da tempo in brillante avanscoperta malgrado la vocazione controversa – fra cui un passato di commercio ittico – che si è affermata a capo di una federazione di grandi associazioni civiche.