Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  marzo 31 Lunedì calendario

DUECENTO MANAGER E LA MOGLIE AL SEGUITO XI IN EUROPA PER UN AFFARE DA 400 MILIARDI


Qualcuno ha parlato di «occasione storica», e non esagera: per la prima volta dal 1975, quando Unione Europea e Cina comunista allacciarono le loro relazioni, un presidente cinese è arrivato a Bruxelles e oggi vi incontrerà tutti i leader della Ue. Quel presidente, Xi Jinping, che viaggia accompagnato da 200 manager e consiglieri economici cinesi, non terrà conferenze stampa, non risponderà alle domande di giornalisti liberi: ma questo, quasi nessuno si illudeva che accadesse.
Il rapporto economico e commerciale fra i due mondi vale circa 400 miliardi di euro, quello geopolitico molto di più (soprattutto ora, con le inquietudini della Russia): e l’uomo di Pechino ha riassunto ieri i due concetti, parlando di una Cina aperta al «rinnovamento», di una Ue che esce «dall’inverno economico», e di una relazione reciproca «vincente per entrambi». A confermare il tutto, Xi ha già firmato e firmerà ancora vari accordi con il Belgio e la Ue per la cooperazione scientifica, tecnologica, economica, e nel settore delle telecomunicazioni. Su quest’ultimo, si è litigato a lungo fra Pechino e la Commissione Europea, che non voleva concedere troppo spazio alle «curiosità» tecnologiche dei cinesi; poi, grazie anche alla visita di Xi, e al via libera concesso dalla stessa Cina alle importazioni di vino francese, è tornata una tregua guardinga.
Xi è accompagnato dalla moglie, la bella cantante popolare Peng Liyuan. Nei giorni scorsi, hanno visitato insieme un bel pezzo d’Europa, e a Berlino hanno anche goduto una partitina di calcio al fianco del presidente della Volkswagen, Martin Winterkorn. Rispetto alla capitale tedesca, il benvenuto che Bruxelles ha riservato alla coppia cinese è stato più romantico: guardie a cavallo, il re Filippo e la regina Matilde e il governo belga al completo sulla piazza del Palazzo Reale, batter di tacchi e scintillare di sciabole. E i due ospiti cinesi che sorridevano ai rappresentanti di una monarchia capitalistica, com’è in fondo capitalistica — secondo i suoi ritmi particolari — la nuova Cina che Xi dichiara di voler costruire.
Il business Bruxelles-Pechino da 400 miliardi di euro si regge anche, paradossalmente, sulle zampe paffute di Hao Hao, alias «Gentilina», femmina di panda gigante che con il suo compagno Xing Hui è stata prestata poche settimane fa dalla Cina al Belgio, per un periodo di 15 anni: un segno significativo di amicizia, per i linguaggi della diplomazia cinese. E proprio i due panda, Xi e signora sono andati ieri a «salutare» (così han detto), nel parco naturale di Pairi Daiza a mezz’ora da Bruxelles. Hao Hao li ha accolti appollaiata tra le fronde, intenta a sgranocchiare un rametto. Il presidente e la moglie, con il re e la regina, hanno poi passeggiato fra i boschi, che ricreano quelli cinesi. Senza sapere, probabilmente, che proprio per quei due panda si è accesa l’ennesima polemica tra il Belgio fiammingo e quello francofono: «Perché quelle bestiole devono vivere in una zona francofona?», ha protestato qualche giornaletto fiammingo. Ma poi la baruffa è finita lì, per una volta almeno.
Qualche preoccupazione, a Bruxelles, c’era stata anche per il menu delle cene allestite per il presidente e la sua signora. Era fresco il ricordo di quanto avvenuto a Parigi: un menu «disgustoso», secondo un ministro francese, poi una «cena riparatoria» affidata al grande cuoco Alain Ducasse con tanto di cosce di rana, ravioli alle aragostine, gnocchi fondenti, rombo ai tartufi neri. Ma qui tutto è andato bene, previe fitte e prudenti consultazioni con un cuoco pechinese.

loffeddu@corriere.it