Michele Di Salvo, l’Unità 29/3/2014, 29 marzo 2014
CASALEGGIO, REDDITI E BLOG: DIECI DOMANDE A GRILLO
Il 27 giugno 2012 proposi dieci semplici domande a Beppe Grillo, alle quali ritenne di non dover rispondere. Eppure principio della democrazia è che «non d si sottrae» a dare chiarimenti – a chiunque, a chi ci piace e a chi no – soprattutto se sei un personaggio pubblico, e leader di un movimento politico. Grillo dal suo blog pretende trasparenza e chiarezza. Fa bene, perché principio della democrazia è «non fidarsi» e dubitare sempre. Principio cardine anche della conoscenza. Ma dubitare è un conto, fare affermazioni false e considerare le proprie tesi come la verità è quasi paranoico. Di certo non fa bene alla democrazia, all’informazione ed alla società. Dal 2012 molte cose sono cambiate. Sasson non è più socio diretto della Casaleggio, Messaggerie ha ritenuto di interrompere il rapporto tra la Casaleggio e Cadoinpied.it, il Movimento5Stelle è entrato in Parlamento con oltre 150 rappresentanti, ottenendo un risultato elettorale straordinario. Eppure, molte di quelle domande restano ancora valide. Vediamole.
1. Dato che la Casaleggio associati gestiva e gestisce anche la comunicazione di numerose aziende private, ci indica quali sono, così da poter sapere ogni volta se la posizione espressa sia o meno in conflitto di interessi, o dettata da «altri» interessi di altri clienti?
2. Dato che la Casaleggio Associati deve gran parte del suo fatturato storico e attuale alla gestione della comunicazione online di partiti e politici (Idv, Antonio Di Pietro, M5S, Grillo...) è corretto dire che senza i fondi pubblici della comunicazione dei gruppi parlamentari, l’azienda del cofondatore del suo Movimento non esisterebbe affatto?
3. Lei ha un seguito importante e rilevante nei social network. Parliamo di circa 5/600mila lettori quotidiani del suo blog. Non ritiene che si debba essere responsabili dei contenuti pubblicati, della loro attendibilità e fondatezza?
4. Specificando meglio la domanda di prima, scrivendo certi post sui vaccini, sull’Aids, indicando come «nemico» chi non la pensa come lei, non filtrando in alcun modo commenti di minacce e insulti sul suo blog e nemmeno dissociandosene, non ritiene di essere moralmente responsabile degli effetti di quel che scrive?
5. Ci prepariamo al voto per le europee. Lei non ha detto con chi si alleerà. Il Pd ad esempio ha detto che andrà nel Pse e appoggerà la candidatura di Schulz alla Commissione Europea. Fi ha detto che il suo candidato è il popolare Junger. Non ritiene che dire chi si sceglie sarebbe una indicazione di trasparenza verso i propri elettori? Lei sa che per fare un gruppo all’europarlamento occorrono deputati di almeno sette Paesi. I gruppi in Europa sono sette. Escludendo Pse (con il Pd) il Ppe (con Forza Italia) il Gue (con i partiti comunisti) e Alde (con i liberali) l’Ecr (i conservatori inglesi di Cameroon) ne restano solo due: G/Efa (verdi europei e indipendentisti baschi, gallesi, scozzesi e galiziani) e Efd (Lega Nord e partito «per l’indipendenza dell’Inghilterra» e gli ultranazionalisti). Ci può dire chiaramente almeno a quale di questi due gruppi intende aderire?
6. Nella sua visione della «politica nuova» come si colloca il rifiuto del confronto pubblico? Come mai, lei prima osanna il web come strumento di rapporto diretto con i cittadini, e poi per primo non risponde mai a nessuno?
7. Lei ha usufruito di 3 condoni fiscali, e la Gestimar, sua immobiliare, di ben due condoni tombali. Il suo ricorso contro il pagamento di 511mila euro di Irap è stato rigettato, e lei il giorno dopo ha tuonato contro l’Irap (da lei rinominata «imposta rapina») chiedendone l’abolizione. Gli eletti del M5S per andare in televisione chiedono «regole particolari»: niente contradditorio e solo monologhi. È lecito dire che siamo di fronte a «regole» ad personam?
8. Dichiara che il suo 730 è a zero, ma lei non è dipendente né pensionato. Il suo modello unico (ex 740) invece non lo rende noto da dieci anni. Dice che il suo blog è in perdita, al massimo in pareggio. Accusa però di azionare la «macchina del fango» chiunque anche solo ne dubiti, ma evita di querelare per evitare in tribunale di difendersi con prove certe e non certo con un tweet. Ci mostra tutti gli account GoogleAdsense e i conti Amazon?
9. Lei ha sempre detto che «aiutava» il Movimento e che non ne faceva parte. Alle ultime elezioni anche gli attivisti hanno scoperto che «il Movimento» era un’associazione di tre persone (lei, suo nipote e il suo commercialista) e lei era presidente e proprietario del logo e legale rappresentante. Tutti i tuoi sostenitori hanno sempre detto che lei era solo «il megafono». Oggi scopriamo che lei è invece il «capo politico» (come da atto 3510 raccolta 2747 del notaio Filippo D’Amore in Genova). Chi l’ha eletta? Perché questo passaggio non è mai stato effettuato con consultazione online?
10. Lei effettua spesso consultazioni sul web, che però vengono svolte senza alcun sistema di certificazione esterno e sempre tra «registrati alla data che sceglie lei» e lo fa sul suo blog, gestito da Casaleggio. Come è possibile verificare con certezza che i risultati che poi vengono pubblicati siano effettivamente quelli espressi dai votanti? Non considera limitante della libertà di espressione e di scelta che lei sappia (con nome, cognome, indirizzo, mail, telefono, numero di documento di identità e ip) chi ha votato cosa? Uno dei principi della democrazia – anche liquida – non è la segretezza nel voto?
Attendiamo una risposta.