Michele Brambilla, La Stampa 29/3/2014, 29 marzo 2014
“SIAMO TUTTI CORROTTI NON SOLTANTO I POLITICI”
IL SENATORE NCD: IL PAPA SI RIFERIVA ALLA CORRUZIONE DEL CUORE –
«Tutti l’hanno interpretato così, io no», dice Roberto Formigoni, che l’altro ieri era in San Pietro quando Papa Bergoglio - secondo appunto un’interpretazione comune - ha preso a schiaffoni i politici. Ne aveva davanti cinquecento e a quanto pare non gliele ha mandate a dire, parlando di una classe dirigente dal cuore indurito, sempre pronta ad autogiustificarsi. Anche il quotidiano dei vescovi, Avvenire, l’ha evidentemente letta in questo modo, visto che il titolo di apertura della sua prima pagina era «Il Papa ai politici: via dalla corruzione». Ma Formigoni, che negli ultimi anni è stato fra i politici più discussi, dice che in realtà Papa Francesco volava più alto.
Insomma lei non s’è sentito toccato, dalle parole del Papa?
«Certo che mi sono sentito toccato. Come uomo che ha avuto il dono della fede, come cristiano che vede nel Papa il vicario di Cristo in Terra».
E come politico?
«Come politico, come credente, come essere umano, come tutto quello che sono. È riduttivo pensare che il Papa parli solo a una parte di noi. E poi Francesco non ha fatto un discorso sulla politica: da buon parroco, ha commentato le letture del giorno. Che erano molto chiare».
A molti infatti sono sembrate chiarissime: parlavano di una classe dirigente corrotta e lontana dal popolo.
«Guardi, se uno legge bene l’omelia vede che i punti fondamentali sono due. Primo: siamo tutti peccatori. Tut-ti, chiaro? “Tutti noi che siamo qui siamo peccatori”, ha detto testualmente Francesco, ed era evidente che parlava anche di sé. Di fronte a Dio nessuno è giusto. Da qui il secondo punto: è fondamentale che ciascuno si riconosca peccatore. Il Papa nella sua omelia ha dunque fatto distinzione tra chi appunto si riconosce peccatore e chi invece si autogiustifica, chi pensa di non aver bisogno della misericordia di Dio».
Eh d’accordo, ma ha anche fatto distinzione fra peccatori e corrotti: «È tanto difficile che un corrotto riesca a tornare indietro», ha detto.
«Sì, ma sa chi è il corrotto? È uno - dice il Papa - che si è fissato nelle sue cose, che si autoassolve, insomma che si è corrotto dentro e non ascolta più la voce della coscienza. Davvero qualcuno pensa che il Papa parlasse della corruzione secondo il codice penale? Beh, allora vorrei ricordare che la corruzione di cui parla il Vangelo riguarda tutti e dieci i comandamenti».
Ma il Papa parlava della classe dirigente, e stava parlando ai politici!
«Alludeva a noi? Certo sapeva bene chi aveva di fronte. E ha fatto un discorso duro. Ma insisto: la corruzione di cui parla il Papa è la corruzione del cuore, l’atteggiamento di chi non si mette mai in discussione».
Ammetterà che far parte del Potere non vuol dire per forza avere il cuore corrotto, però aiuta.
«Certamente. Infatti in un altro passo del Vangelo Gesù dice che è più facile che un cammello passi dalla cruna di un ago piuttosto che un ricco entri nel regno dei cieli. Ma la ricchezza di cui parla Gesù non è solo quella del denaro o del potere politico. È tutto quello che induce a pensare di essere autosufficienti, di poter fare a meno di Dio, di salvarsi da sé».
Lei non sente su di sé il rischio di quel tipo di ricchezza?
«Sì che lo sento. Ed è vero che far parte della classe dirigente aumenta questo rischio. Per me ma anche per il mio fratello imprenditore, per il mio fratello giornalista, per il mio fratello direttore di giornale, per il mio fratello magistrato. Ci sono tanti modi per essere classe dirigente, e il Papa ha parlato per tutti. Invece vedo commentatori che strumentalizzano il Papa tirandosi fuori: è questo che è inaccettabile».
Ma non è vero che Francesco è stato particolarmente freddo con voi? Nemmeno un saluto...
«È vero che non ci ha salutati. Ma secondo me solo perché ha voluto celebrare una messa quaresimale. Per questo è parso freddo. Non penso che ci abbia voluto comunicare il segnale di una distanza particolare. Almeno io non l’ho vissuto in questo modo».
Senta Formigoni, lei in questi anni ha avuto i suoi guai. Davvero non le sono fischiate le orecchie?
«Le ho già detto che mi sono sentito toccato, e che mai ho pensato di essere immacolato. So di essere un peccatore. Ma i peccati che ho commesso non sono quelli di cui parlano i giornali e di cui mi accusano i magistrati. La mia corruzione non è quella di avere preso denaro, che non ho mai preso. Non ho mai avuto una condanna e sono certo che anche questa volta la mia innocenza verrà riconosciuta. Comunque ripeto: questo non vuol dire che io non mi senta un peccatore».
Bergoglio è un Papa particolarmente scomodo, per voi?
«Posso darle un consiglio? A lei e a tutti i suoi colleghi? State attenti a non scambiare Papa Francesco per l’editorialista di un giornale giustizialista».