Jaime D’Alessandro, la Repubblica 29/3/2014, 29 marzo 2014
IPHONE 6: DA SETTEMBRE, IN DUE DIVERSE VERSIONI 4.7 E 5.5 POLLICI
“Mi domando se Apple sia arrabbiata con me per il fatto di averla tormentata chiedendo un iPhone più grande. Ma ho sentito dire che finalmente mi ha dato ascolto”. Così Donald Trump su Twitter domenica scorsa. Quattro giorni prima che il Nikkei Asian Review rivelasse nuovi dettagli sul prossimo smartphone della mela. Stando al sito giapponese, sia Lg sia Sharp starebbero producendo gli schermi per l’iPhone 6. Meglio: per i due iPhone 6. Le voci parlano di versioni diverse, una con display da 4,7 pollici, l’altra più grande con schermo da 5,5 pollici. Lancio previsto: settembre. Con un prezzo che online qualcuno favoleggia possa superare i 1000 euro per il modello di punta.
Inevitabile, vien da dire, almeno per quel che riguarda le dimensioni. L’iPhone 5s è lo smartphone di fascia alta più piccolo in circolazione, quattro pollici appena. Pochi davvero rispetto a quel che offre la concorrenza. Htc,
Sony, Lg e Samsung si stanno orientando oltre i 5 pollici, dando vita all’éra dei cosiddetti “phablet”, incrocio fra smartphone e tablet. E, come ha ululato Trump ad ottobre su Twitter, se Apple non corre ai ripari perde il suo primato. Anche sui contenuti: secondo uno studio della Nielsen infatti, il tempo speso navigando, acquistando e scrivendo sul telefono è proporzionale alla larghezza del display.
«Non so se la relazione sia davvero così ferrea », obietta Andrea Rangone del Politecnico di Milano. «L’intensità dell’utilizzo su iPhone, il numero di app scaricate ad esempio, è più elevato rispetto al mondo Android. Ma è vero che la navigazione da smartphone sta aumentando in maniera netta: 75 minuti al giorno a gennaio 2014, contro i 60 minuti dello scorso anno. Mentre il pc flette a 106 minuti da 123 e il tablet rimane stabile a 66 minuti».
Due ricerche citate dal Wall Street Journal da questo punto di vista si contraddicono: da un lato quella di Jeong Ho Kim della Northern Illinois University dove si sostiene che la velocità di scrittura viene incrementa con gli schermi più grandi, dall’altra la tesi sostenuta dalla Harvard School of Public Health, di Boston, che al contrario pensa che i touchscreen più sono grandi meno si riesce a sfruttarli con i pollici. Come dire: ad ognuno il suo display secondo la grandezza delle mani. «Sappiamo che alcune aziende hanno condotto dei loro studi», prosegue Rangone. «Lo smartphone ideale è attorno ai 4,5 pollici, ma dipende dalla grandezza delle mani». Di qui, forse, le due versioni dell’iPhone 6. Peccato solo che il mondo degli smartphone, parola di Jack Dennerlein (professore di ergonomia alla Harvard University), è in una situazione di “trade off”: la scelta di una delle possibilità offerte dal mercato, comporterebbe la perdita di valore delle altre.