Sara Bennewitz, la Repubblica 29/3/2014, 29 marzo 2014
RCS, UN TERZO DEL CDA AI SOCI MINORI
MILANO Un cda fiume per Rcs Mediagroup per cercare una revisione della governance da proporre alla prossima assemblea convocata l’8 maggio per l’approvazione del bilancio 2013 chiuso in profondo rosso. Ma le soluzioni restano incerte poichè i vari azionisti del gruppo editoriale continuano ad avere visioni e opinioni diverse, e anche all’interno del consiglio evidentemente non c’è unità di intenti sull’assetto di governance da dare in futuro al gruppo che pubblica il Corriere della Sera. Il board ha deciso di proporre all’approvazione dell’assemblea una modifica della governance dove alla lista di maggioranza spetteranno due terzi del cda e a quella di minoranza un terzo, mentre il numero dei consiglieri oggi fissato a nove dovrà essere definito in un range tra 7 e 11.
In queste ultime settimane, nonostante Mediobanca abbia provato a trovare una mediazione tra le istanze della Fiat rappresentate da John Elkann (socia al 20,5%) e quelle di Diego Della Valle (azionista con il 9%), non è stato possibile trovare una soluzione condivisa tra la variegata compagine azionaria del gruppo di Via Solferino. La quale è uscita profondamente modificata dopo l’aumento di capitale del luglio scorso e richiedeva che la composizione del consiglio ne tenesse conto. Ad aggravare la situazione sono poi arrivate le dimissioni di Carlo Pesenti (titolare del 3,8% del Corriere), cosicchè ora nessun azionista industriale è rappresentato
direttamente in consiglio, e qualcuno dovrà indicare un nuovo amministratore per quel posto lasciato vacante. L’8 maggio i soci dovranno indicare due nuovi consiglieri, in sostituzione di Pesenti e di Attilio Guarneri che era stato cooptato in sostituzione dello scomparso Giuseppe Rotelli, in quanto indicato come secondo nella lista di minoranza presentata a suo tempo dall’imprenditore della sanità.
Infine per semplificare la struttura del capitale Rcs proporrà la conversione delle azioni risparmio
di categoria A e B in ordinarie a un concambio prefissato che permetterà alla società di incassare al massimo 60 milioni, diluendo il peso dei soci ordinari fino al 20 per cento. Resta da capire cosa farà inoltre Della Valle, che già alla passata assemblea attraverso i suoi legali aveva fatto un intervento molto critico sulla gestione e su come era stato condotto il piano di rifinanziamento del gruppo editoriale minacciando anche iniziative legali nei confronti del consiglio.