pagina99 28/3/2014, 28 marzo 2014
L’ACQUISTO DEGLI F-35 È ORA PARTITA A SCACCHI
Gli F-35, cacciabombardieri di quinta generazione, sono diventati una partita a scacchi tra gli americani della Lockheed Martin appoggiati dall’amministrazione Obama e i paesi alleati che dovrebbero comprarli. Il governo di Matteo Renzi – non per pacifismo ma per provare a guidare una ripresa con qualche soldo in tasca – vorrebbe rinunciare a un numero imprecisato di questi aerei e si muove come un Cavallo saltando qua e là, tra le pressioni americane, dei nostri generali e quelle del Quirinale. Non è un caso che il presidente statunitense, appena toccato terra a Bruxelles, abbia fatto notare ai fratelli della Nato che «alcuni membri» stanno tirando un po’ troppo la corda della borsa in spese militari. L’Italia del governo Renzi, checché si sia affrettata a smentire la ministra degli esteri Federica Mogherini, può stare fra gli «alcuni», se non altro perché gli F-35 erano 131 fino al 2012, poi sono diventati 90 e adesso nel partito del presidente c’è una forte pressione almeno per dimezzarli a 45. Cosa che non si potrà decidere fino alla fine dell’anno, sempre che Renzi non faccia un colpo di testa: l’iter stabilito al Quirinale è prima il Libro Bianco della difesa con scritto quel che ci serve. All’italiana, ci potrebbe però stare un rinvio dell’acquisto dei 2 velivoli previsti nel 2014. Un calcio al barattolo e palla al centro.