Marco Ludovico, Il Sole 24 Ore 28/3/2014, 28 marzo 2014
TEMPI PIÙ LUNGHI PER L’ACQUISTO DEI NUOVI F-35
ROMA
Il programma italiano di acquisto degli F35 subirà quantomeno una dilazione nel tempo. Lo fa intendere e lo conferma il botta e risposta diplomatico ieri a Roma tra il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e il premier Matteo Renzi.
«Non ci può essere una situazione in cui gli Usa spendono più del 3%» del loro prodotto interno lordo nella difesa, gran parte concentrato in Europa, mentre il Vecchio continente «spende in media l’1%» ha spiegato Obama ricordando che gli Stati Uniti sono appena usciti da due guerre, in Iraq e in Afghanistan.
Il premier italiano, però, non si è scomposto. Renzi, infatti, ha risposto affermando di condividere «il pensiero del presidente Obama quando dice che la libertà non può essere considerata gratis». E per questo, ha aggiunto, «l’Italia ha sempre fatto la sua parte consapevole delle proprie forze». Ma, ha sottolineato il presidente del Consiglio, «il tema dell’efficienza dei costi della pubblica amministrazione e della difesa sono sotto gli occhi di tutti e, nel rispetto della collaborazione, provvederemo a verificare i budget».
Riconoscendo le difficoltà economiche degli europei, il presidente Usa si è detto d’accordo con l’ipotesi di una maggiore collaborazione tra gli alleati europei a evitare gli sprechi per ottenere «una maggiore efficienza». Ma il messaggio di Renzi è stato chiaro: siamo in una fase di revisione del nostro bilancio statale e il capitolo della difesa non ne è esente. Oltre il duello politico-internazionale, tuttavia, ci sono le scelte di governo che dovranno essere in concreto adottate dall’Italia sul programma degli F35. Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, ha già annunciato la sospensione dei pagamenti sul contratto dei velivoli militari della Lockeed Martin. Non risulta ancora un atto specifico che abbia dato seguito a questo annuncio. Ieri, peraltro, il Segretariato generale-direzione degli armamenti della Difesa ha reso noto che «nessuna nuova attività contrattuale – si legge in un comunicato – è stata posta in essere dall’Italia in relazione al lotto di produzione LRIP-9 successivamente all’approvazione delle note mozioni parlamentari. Come anche recentemente affermato dal ministro in Parlamento».
Ora, dunque, resta da vedere in che modo, sul piano tecnico, sarà stabilita questa dilazione nel programma. E se avrà effetti sullo sviluppo economico-strategico dello stabilimento di Cameri e sulle relazioni concrete con gli Usa e gli altri alleati.
M. Lud.