Paola Vallatta, pagina99 28/3/2014, 28 marzo 2014
LA FRANCIA, UN AEREO SENZA PILOTA
PARIGI. «Le pare mai possibile che non ci sia stata alcuna reazione da parte di François Hollande? In quest’occasione, personalmente, ho apprezzato di più Jean-Marc Ayrault e la sua replica un po’ scomposta, quelle poche parole appena udibili, che l’assenza di Hollande. A me pare proprio una vergogna: in questo momento la Francia sembra un paese non governato, come se non ci fosse un presidente, nessun pilota sull’aereo». Il giudizio di Alain Touraine, sociologo francese di fama mondiale, sullo stato delle cose dopo il primo turno delle elezioni municipali, è preciso e implacabile, tanto durante l’intervista che nel suo ultimo post sul blog che porta il suo nome.
Il breve scritto, postato il 25 marzo, si intitola La raclée, che in italiano si può tradurre “La batosta”, ma che in francese ha un significato ben più fisico: come a dire che il governo, il partito socialista e Hollande sono stati “massacrati di botte”.
Proprio dalla parola “raclée” parte la prima considerazione di Touraine: «Certo è una parola forte, che corrisponde a un risultato forte. Non si può più negare: il Fronte nazionale è qui, presente, reale. E la sinistra ha preso uno schiaffone. Prima di tutto dall’astensione, che, è inutile negarlo, è un’astensione soprattutto di sinistra; in secondo luogo perché non ha saputo imporsi nei confronti dell’insieme della destra, che pure versa in gravi difficoltà; infine dall’aumento dei voti dell’estrema sinistra e dei Verdi, che sono anche voti di malcontento e sottolineano ancora una volta il giudizio negativo su Hollande e sui socialisti».
La vera questione, secondo Touraine, non è stata neppure sfiorata dal governo, anche se si sussurra di possibili dimissioni del primo ministro Ayrault e di un possibile rimpasto: «Quale lezione si può trarre da tutto questo? Personalmente sono rimasto molto impressionato dai risultati. In particolare da quelli di Marsiglia (dove, al primo turno, il candidato del Fn si è piazzato al secondo posto davanti a quello socialista ndr), che dimostrano l’inanità del Ps.
E dal crollo nel Nord-Pasde-Calais, naturalmente, regione operaia e di miniere, un tempo a sinistra, dove la presenza socialista era ben radicata e dove c’era la più grande Federazione socialista di tutta la Francia».
Inutile negarlo «la situazione è grave», continua. «Non accadrà, naturalmente, ma tale contesto richiederebbe lo scioglimento dell’Assemblée nationale (l’equivalente della Camera dei deputati, ndr). Non ho idea di quale soluzione escogiteranno, ma dubito che le cose miglioreranno con lo scrutinio di domenica prossima. Per non parlare di quel che può accadere alle imminenti elezioni europee: per la Francia sono un test ancora più significativo delle municipali perché sono le sole elezioni in cui si voti con il sistema proporzionale».
Nell’incerto futuro spicca una certezza, niente affatto rassicurante: «Queste elezioni hanno segnato l’ingresso del Fn nella politica francese.
La campagna del Ps contro il partito di Marine Le Pen è stata grossolanamente fasulla, viziata da analisi sempliciste, mentre il tema avrebbe meritato riflessioni un po’ ampie. Mi fa paura quest’assenza totale di pensiero da parte del Ps: non hanno proposto una sola idea. E sì che anche la destra è completamente persa e non ha certo avuto capacità di reazione maggiori: potevamo aspettarci una capitolazione, ma, in effetti, non c’è stata. Al primo turno, per esempio, Jean-François Copé è stato rieletto sindaco a Meaux e Alain Juppé riconfermato a Bordeaux, il che, tra l’altro, potrebbe farne il più probabile sostituto di Sarkozy alla guida dell’Ump. Anche il risultato di Parigi mi ha sorpreso: la sinistra sembrava essere ben più avanti di Nathalie Kosciusko-Morizet, invece al primo turno la candidata Ump ha ottenuto più voti di Anne Hidalgo, che per vincere al secondo turno – cosa che accadrà – è stata costretta al sacrificio di un accordo con gli ecologisti».
L’incapacità di reazione dei socialisti francesi ha radici profonde, secondo Touraine: «Le categorie di cui ci serviamo da 100 anni non servono più. Così, quando il Fn guadagna terreno non riusciamo a capire perché. Il Fn è molto pericoloso e il sindaco frontista eletto a Hénin-Beaumont è un personaggio molto inquietante: non dà certo un’immagine dolce né moderata. Tuttavia non si può liquidare il fenomeno soltanto attraverso categorie irrisorie come l’estrema destra perché, come si è visto, è molto forte nel Sud del paese ma anche, e sempre più, tra i pensionati, gli operai, gli abitanti di regioni isolate.
Non è certo il Fronte nazionale, però, che può portare soluzioni: la sua nullità politica è estrema e non fa altro che cavalcare le onde dello sconforto e della collera. Bisogna avere il coraggio di affrontare la sanzione e mettersi al lavoro. Soprattutto su un tema: l’economia. Perché l’assenza di una politica economica da parte socialista è impressionante. E, invece, c’è una sola soluzione: avere un obiettivo economico positivo, ovvero ritrovare la crescita».