Tonia Mastrobuoni, La Stampa 28/3/2014, 28 marzo 2014
ALL’EX MOGLIE DI STRAUSS-KAHN IL MATISSE RUBATO DAI NAZISTI
Una donna seduta, con le mani in grembo, colta da Henri Matisse in un momento di malinconia. Un quadro scomparso per oltre mezzo secolo, ufficialmente bruciato nei bombardamenti di Dresda del 1945.
E invece è riemerso, assieme ad altri 1.500 capolavori, due anni fa in un appartamento di Monaco intestato a un innocuo vecchietto, in mezzo a montagne di immondizia, di scatolette di cibo vecchie di decenni, di mobili dozzinali. Adesso quel quadro perduto del grande pittore francese si candida a diventare il lieto fine di una sensazionale storia, anche piena di veleni, che si trascina dal 2012.
A febbraio di quell’anno, la polizia doganale fa una perquisizione nell’appartamento di un quartiere residenziale del capoluogo bavarese in cui vive in condizioni modestissime Cornelius Gurlitt.
Gli agenti si sono insospettiti del 79enne dopo averlo trovato su un treno, di ritorno dalla Svizzera, con 9.000 euro in contanti nascosti nella giacca. Quando decidono di andarlo a trovare, scoprono una miriade di tesori nascosti dalla sporcizia, opere di Picasso, Munch, Beckmann, Klee. Capolavori del padre di Cornelius: Hildegard. Un mercante d’arte che aveva approfittato del bando nazista dell’«arte degenerata», confiscata a migliaia di ebrei, per mettere insieme un patrimonio stimato oggi attorno al miliardo di euro - ma non è ancora chiaro se gli inquirenti hanno trovato tutto. Gurlitt padre aveva poi dichiarato distrutti quei tesori, inghiottiti dagli incendi di Dresda.
Il figlio, dopo la morte del padre nel 1956, si era impegnato a tenere il segreto e a nascondere per sempre quel patrimonio agli occhi del mondo. Ogni tanto vendeva qualcosa, per mangiare, curarsi e poco altro. Ma nel lascito illegittimo figurava anche la «Donna seduta» di Matisse. E il proprietario vero, il collezionista ebreo Paul Rosenberg, dopo la guerra continuò imperterrito a cercarla, esattamente come fecero le sue nipoti, Marianne Rosenberg, tra i più affermati avvocati di New York, e sua sorella, Anne Sinclair, ex moglie di Dominique Strauss-Kahn.
Anche la storia del Matisse dei Rosenberg è straordinaria: nel 1940, quando i nazisti invasero la Francia, Paul riuscì a nasconderlo in un caveau a Libourne, cittadina della Dordogna. Ma l’anno dopo i tedeschi gli rubarono tutto e la tela finì nelle mani del sommo regista dei furti d’arte nazisti ai danni degli ebrei, il numero due del regime, Hermann Göring. Che lo scambiò a sua volta con un altro quadro, finché non arrivò a Gurlitt.
Gurlitt figlio, però, finora non ha fatto mostra di voler restituire i quadri - sequestrati dalla polizia - ai legittimi proprietari. E la questione è legalmente complicata. Come distinguere quelli effettivamente rubati agli ebrei da quelli comprati prima del 1933? Ma uno dei suoi avvocati ha dichiarato che Gurlitt vuole mandare un segnale di distensione, restituendo almeno quelli di cui si sa per certo che sono stati rubati agli ebrei. Così, dopo decenni di bugie e ingiustizie, Madame Sinclair e Madame Rosenberg torneranno legittime proprietarie della loro misteriosa e bellissima «donna seduta».