Luca Pisapia, Il Fatto Quotidiano 28/3/2014, 28 marzo 2014
SCHUMI, TRE MESI SENZA SPERANZA
Sono esattamente 90 giorni che Michael Schumacher si trova in stato di coma indotto e in ipotermia in una stanza del reparto di rianimazione dell’ospedale di Grenoble. Dopo due operazioni, entrambe andate a buon fine, dopo le polemiche sulla dinamica dell’incidente del 29 dicembre sulle piste da sci di Meribel, nel comprensibile silenzio da parte della famiglia si sono succedute ipotesi e dichiarazioni da parte di gente più o meno coinvolta con la vicenda.
Adesso a parlare è Gary Hartstein, ex capo dei medici della Formula Uno tra il 2005 e il 2012, ottimo conoscitore del circus e dei suoi componenti, e le sue parole suonano dure come lame taglienti: “Sarà bene prepararsi al peggio”, dice senza giri di parole nella durissima intervista rilasciata al tabloid britannico The Sun. Dichiarazioni rese dopo aver parlato con “fonti più che attendibili”, precisa l’ex medico dei piloti in pista. Un j’accuse che non risparmia i medici che hanno portato i primi soccorsi al sette volte campione del mondo: “Non si trasporta un paziente con un sospetto trauma cranico in una struttura che non dispone di un reparto di neurochirurgia”, comincia la sua requisitoria Hartstein, oggi responsabile del pronto soccorso del University of Liege Hospital, riferendosi a quel primo trasporto in elicottero dalle piste da sci all’ospedale di Moutiers. Una struttura che non era in grado di operare prontamente Schumi, che infatti è stato subito trasferito a Grenoble. “È stata persa un’ora intera, forse di più.
IMPOSSIBILE dire cosa un’ora o due avrebbero significato in un caso del genere, ma la gran parte dei neurologi vi direbbero che sono fondamentali”. Poi l’ex capo medico della F1 spiega come probabilmente Schumi sarà nuovamente trasferito, dall’ospedale di Grenoble a un’altra struttura specializzata in terapia intensiva. Infine, conclude amaramente: “Sono esterrefatto dalla profondità e dalla persistenza dell’amore dei suoi tifosi. Ma penso che bisogna cominciare a prepararsi al peggio, la mancanza di aggiornamenti da parte del suo entourage ci sta dando la possibilità di cominciare a distaccarci da lui”. A distanza di poche ore da questa intervista, il tabloid tedesco Bild ha riportato una dichiarazione di Sabine Kehm, storica manager di Schumacher e l’unica che abbia sporadicamente parlato con la stampa in questi tre lunghissimi mesi: “Ribadisco quanto detto nell’ultima dichiarazione. Siamo e rimaniamo fiduciosi che Michael si sveglierà. Lottiamo insieme con un team di medici dei quali ci fidiamo”. Eppure, secondo quanto riporta sempre Bild, Schumi avrebbe perso circa il 25 per cento della sua massa muscolare a causa dell’immobilità dovuta al coma, troppi secondo il responsabile di un ospedale tedesco. E nonostante sia massaggiato ogni giorno in maniera intensiva proprio per evitare un eccessivo deterioramento di tessuti muscolari, oggi l’ex pilota della Ferrari peserebbe solo 53 chili. In questa ridda di considerazioni e insinuazioni, una sola cosa è certa per Schumi: la lotta continua.