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 2014  marzo 27 Giovedì calendario

Un’operazione finanziaria da oltre 200 milioni di euro rivelata al mercato prima che avvenisse. Una «fuga» di notizie che ha provocato un’anomala oscillazione del titolo e, probabilmente, l’arricchimento di chi si è mosso dietro le quinte

Un’operazione finanziaria da oltre 200 milioni di euro rivelata al mercato prima che avvenisse. Una «fuga» di notizie che ha provocato un’anomala oscillazione del titolo e, probabilmente, l’arricchimento di chi si è mosso dietro le quinte. È questo lo scenario che ieri mattina ha fatto scattare l’ispezione della Consob e della Guardia di Finanza negli uffici della Fondazione Monte dei Paschi. Rivelando l’esistenza di un nuovo filone investigativo per insider trading, aggiotaggio informativo e manipolazione del mercato. Reati gravissimi denunciati qualche settimana fa dal presidente Antonella Mansi e poi rilevati riesaminando l’andamento borsistico che ha raggiunto addirittura un picco al rialzo del 15 per cento. L’ennesimo capitolo di una vicenda che ormai da oltre un anno tiene sotto osservazione bilanci e operatività della banca senese. Il blitz scatta ieri mattina. Si parte dalle sedi di Siena e Firenze di «Mps Capital», la società che gestisce la maggior parte delle operazioni di trading. Vengono acquisiti documenti, interrogati funzionari. Il periodo finito sotto accusa è quello che va dal 5 al 18 marzo. Sono i tredici giorni che certamente segnano un passaggio fondamentale rispetto alla cessione di una fetta consistente di azioni, come hanno evidenziato gli accertamenti affidati dai magistrati agli specialisti del Nucleo valutario guidati dal generale Giuseppe Bottillo e quelli disposti autonomamente dagli ispettori della Commissione di controllo sulla Borsa. MONTE DEI PASCHI DI SIENAMONTE DEI PASCHI DI SIENA Il 5 marzo filtrano indiscrezioni sulla possibilità che la Fondazione possa vendere o addirittura abbia già venduto pacchetti azionari. Il titolo sale al 20 per cento con scambi al 12 per cento - ben dieci volte in più della media mensile - e il broker più attivo risulta essere Morgan Stanley, seguito da Jp Morgan e Goldman Sachs. In serata la Fondazione emette un comunicato per smentire di aver dismesso azioni, ma questa circostanza in realtà risulta vera il 18 marzo quando viene effettivamente ceduto il 12 per cento di azioni della banca. «Book runner» per conto della Fondazione è proprio Morgan Stanley, che vende la parte più consistente al fondo Blackrock. Quanto basta perché la Consob, ma anche la Procura, decidano di «ricostruire la movimentazione alla luce dei flussi informativi che hanno accompagnato sia prima che dopo le fasi operative e dunque stabilire possibili abusi». Non è tutto. Il 5 marzo viene emesso dalla Fondazione un altro comunicato per annunciare l’avvio di un’azione di responsabilità nei confronti degli ex amministratori, iniziativa collegata a quanto scoperto grazie all’inchiesta penale sulla gestione dell’ex presidente Giuseppe Mussari. La nota specifica che la delibera è stata firmata dopo il parere del professor Giorgio De Nova e riguarda «la sottoscrizione da parte della Fondazione, in via indiretta, dell’aumento di capitale riservato alla banca Mps del 2008, nonché connessi alla contrazione di un debito di 600 milioni di euro funzionale all’aumento di capitale del 2011». CONSOBCONSOB Ebbene, la notizia dettagliata era già filtrata venti giorni prima e pubblicata su numerosi quotidiani e periodici specializzati provocando anomale oscillazioni del titolo. In questo caso sono stati i pubblici ministeri Antonio Nastasi, Aldo Natalini e Giuseppe Grosso a decidere di aprire un fascicolo per verificare eventuali episodi di insider trading. Il sospetto è che ci siano una o più «talpe» all’interno della Fondazione oppure in una delle società controllate che giocano per sé o per altri manipolando il mercato grazie a informazioni riservate. Particolari e retroscena che soltanto persone interne alle strutture possono conoscere con un anticipo così largo. 2. LA FONDAZIONE SCENDE AL 12% NELLA BANCA Dal "Corriere della Sera" E la Fondazione Mps scende ancora nel capitale della banca senese. Ora la partecipazione dell’ente presieduto da Antonella Mansi è pari al 12%. Secondo quanto emerge dalle comunicazioni di internal dealing la Fondazione tra il 19 e il 24 marzo ha venduto altri 358,5 milioni di azioni, pari al 3,069% del capitale della banca, per un controvalore di circa 85,5 milioni. giuseppe vegasgiuseppe vegas E sempre ieri Alessandro Profumo, presidente del Montepaschi, ha risposto così ai giornalisti che gli chiedevano se auspicasse la permanenza della Fondazione fra i soci: «Mi auguro restino azionisti che credono nella progettualità di lungo termine e che accompagnino la banca nei suoi progetto di stabilizzazione e crescita». Secondo Profumo «la discesa della fondazione Mps è un passaggio importante. MATTEO RENZI E ANTONELLA MANSIMATTEO RENZI E ANTONELLA MANSI Chi ha comprato certamente sottoscriverà l’aumento di capitale. Non ho incontrato gli uomini di Blackrock. Sono operatori molto professionali». Il colosso americano è entrato nella banca senese con il 5,74% lo scorso 18 marzo, giorno in cui la Fondazione Mps ha collocato fuori mercato il 12% e ha formalizzato la discesa dal 29,9 al 15,069%.