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 2014  marzo 27 Giovedì calendario

GRANA PER LA DESTRA ALLE EUROPEE I LAZIALI VOGLIONO ANNULLARE LE SCHEDE


La decisione definitiva ancora non c’è. Perché in vista delle Europee sul tavolo della curva Nord, cuore del tifo laziale, ci sarebbero due opzioni per garantire alla protesta contro Claudio Lotito, presidente della società, la massima visibilità: o l’annullamento della scheda elettorale, dove al posto della preferenza per i partiti campeggerebbe lo slogan «Libera la Lazio»; o la diserzione delle urne. Due strade per raggiungere lo stesso obiettivo: sensibilizzare il mondo della politica su quanto sta accadendo, calcisticamente parlando, a Roma (sponda biancoceleste). Con una parte consistente dei sostenitori laziali ormai pronta a tutto pur di provocare la caduta di Lotito. Anche brandendo l’arma del boicottaggio elettorale.
I possibili numeri della rivolta hanno già fatto scattare l’allarme nel centrodestra. La curva Nord, infatti, non ha mai nascosto le proprie simpatie politiche per tutto ciò che gravita a destra del Partito democratico. E il trasferimento della lotta contro Lotito, fin qui portata avanti esclusivamente allo stadio Olimpico, nelle urne, potrebbe danneggiare proprio i partiti dell’area moderata. Al momento, la petizione «Libera la Lazio» (da Lotito) ha raccolto circa 15mila sottoscrizioni. Ma, elettoralmente parlando, il fenomeno sarebbe molto più vasto. Intanto perché le adesioni, sull’onda delle ultime iniziative di protesta (la più eclatante lo stadio vuoto a Lazio- Atalanta di un paio di settimane fa), sono destinate a salire. E poi perché non tutti i favorevoli alla contestazione si sono presi la briga di firmare. Eppure a Lazio-Sassuolo di fine febbraio erano in oltre 40mila a sventolare sugli spalti il cartello con la scritta «Libera la Lazio».
Insomma, ce n’è abbastanza per prendere sul serio la minaccia. Non a caso ieri, sul sito www.sslaziofans.it, è stato ricordato il precedente del 29 marzo 2009, anno di nascita del movimento «Libera la Lazio». Allora la candidata del centrodestra Renata Polverini vinse per un soffio - «con appena 77.693 voti di vantaggio» - le Regionali del Lazio. «L’astensione fu enorme, ma il dato che colpì maggiormente fu quello delle schede nulle. Furono 86.502 e su moltissime c’era la scritta Lotito vattene». Ecco perché i partiti più a rischio alle Europee, causa soglia di sbarramento al 4%, non sottovalutano l’impatto della rivolta contro Lotito.
«Un voto non dato è sempre un voto espresso. Perché fa vincere gli altri», ricorda Alessandro Cochi, dirigente nazionale di Fratelli d’Italia ed ex delegato alle politiche sportive di Gianni Alemanno. «Io sono con loro», premette Cochi, da sempre tifoso biancoceleste, in riferimento alle iniziative dei tifosi della curva Nord. Ciononostante, l’esponente di Fratelli d’Italia non condivide l’idea di trasferire la protesta nelle urne: «Si tratterebbe di un’estremizzazione. La politica, i partiti, non possono certo spodestare Lotito. La Lazio è una società privata, questo non va dimenticato. Meglio seguire altre forme di protesta piuttosto che autoflaggelare il proprio diritto di voto». Una mobilitazione, assicura Cochi, che «Fratelli d’Italia sta seguendo con attenzione».
Anche Luca d’Alessandro, deputato di Forza Italia, è contrario a chiamare in causa i partiti. «Ognuno è libero di esercitare il proprio diritto di voto come meglio crede», sostiene l’esponente azzurro, «ma non mi piacciono le proteste che coinvolgono la politica, che non ha nulla a che vedere con il calcio». Una cosa tuttavia d’Alessandro, che a Lazio- Sassuolo ha esibito con orgoglio il suo cartello «Libera la Lazio», ci tiene a dirla: «Quanto sta accadendo dimostra il livello di esasperazione cui è giunta la maggioranza dei tifosi a causa dell’atteggiamento di totale chiusura mostrato da Lotito».