Francesco Semprini, La Stampa 27/3/2014, 27 marzo 2014
KIM JONG-UN IMPONE IL SUO TAGLIO
È difficile ormai sorprendersi per i folli colpi di testa di Kim Jong-un, il presidente nordcoreano che ci ha abituato alle sue ossessive manie da leader. Talune documentate - seppur a fatica vista la cortina di ferro che circonda la Nord Corea – altre rivelatesi vere e proprie bufale. Sospetta il «Washington Post» che anche quest’ultima trovata abbia i connotati della bufala, ma tant’è. In fondo questa volta – scrive la Bbc – colpisce la sua nuova trovata non certo per la ferocia, come accaduto in passato, ma per la stravaganza. Perché il numero uno di Pyongyang ha deciso che nell’ultimo bastione della dittatura comunista, tutti gli uomini devono avere lo stesso taglio di capelli. Quale? Il suo. Ovvero quella sorta di pagoda con rasata sottostante con cui, fiero, pretende di essere esempio di stile oltre che di dottrina. Non che prima ognuno fosse libero di aver il look che gli pareva, anzi varcata la soglia del barbiere si poteva optare solo per una ristretta gamma di tagli consentiti dal regime. Sino ad ora erano permesse 10 pettinature per gli uomini e 18 per le donne. Secondo quanto trapela da indiscrezioni rimbalzate da oltrecortina, Kim avrebbe voluto inviare un segnale forte al mondo, una sorta di maggiore omologazione del suo popolo, partendo proprio dalla testa.
Ecco allora che ha introdotto questa legge due settimane fa, dando alcuni giorni di tempo per adeguarsi. I primi a subire questa sorta di editto sono stati gli studenti della capitale, ma non contento Kim lo avrebbe esteso al resto della popolazione maschile. «Il taglio di capelli del nostro leader è particolare, non sta bene su tutti», avrebbe osato dire qualcuno. Oltre all’aspetto estetico potrebbero crearsi problemi per le persone che, per questioni naturali, non possono adeguarsi, ad esempio i calvi. Il mondo si interroga su cosa potrebbe accadere a loro: e se scattasse l’ordine di internamento nei kwalliso?