Fabrizio Roncone, Style Aprile 2014, 27 marzo 2014
«NOI, CACCIATI DAL PADRONE GRILLO, ABBIAMO UN’IDEA. PECCATO CHE RENZI SIA CONSERVATORE»
Il senatore Francesco Campanella di anni 49, da Palermo, è uno dei senatori espulsi dal Movimento 5 Stelle. Il capo (Beppe Grillo), a Palazzo Madama, ne ha cacciati 11 in 11 mesi ed è assai probabile che non sia finita qui. Il reato di opinione, vale a dire pensarla diversamente dal capo, può essere applicato in qualsiasi momento e a qualsiasi parlamentare. Campanella –sposato, due figli, una laurea in Lettere, ex impiegato della Regione Siciliana, sindacalista, prima iscritto al Pds, poi a Rifondazione – era nella lista nera da tempo. «Fui tra i primi ad avvertire un certo disagio quando mi accorsi che non solo gli ordini arrivavano dall’alto, ma che neppure si potevano discutere».
Se diciamo che nel M5s è in atto un’epurazione, diciamo il vero o forziamo il concetto?
Il termine, purtroppo, è esatto: siamo all’epurazione, siamo al rogo.
Metodi brutali.
Brutali? Di più. Perché no, scusi, dico: nei fatti, alcuni di noi sonò stati licenziati in tronco, come fossero dipendenti di un’azienda privata. Mentre, fino a prova contraria, siamo tutti senatorie deputati della Repubblica italiana.
Grillo e Gianroberto Casaleggio non sono mai stati teneri con i dissenzienti, certo però nelle ultime settimane è come sé avessero sentito l’urgenza di diventare più duri, intolleranti, arroganti. Perché?
Io sono ancora scioccata. Posso formulare delle ipotesi, immaginare... La prima cosa da dire, a mio avviso, è che Grillo aveva in mente per i rappresentanti del movimento arrivati in Parlamento, un’impostazione precisa e semplice al tempo stesso: limitare la loro attività alla denuncia e alla testimonianza. Non dovevamo assumere iniziative politiche ma mediatiche: passare dai filmati su YouTube all’occupazione notturna di Camera e Senato, salire sul tetto di Montecitorio e avviare formidabili campagne su Facebook e Twitter. Il nostro lavoro di parlamentari, temo, nei progetti dei comandanti, si sarebbe dovuto ridurre a questo.
E invece, dopo un po’, molti di voi hanno avvertito l’esigenza di essere concretamente sulla scena politica: opposizione si, ma anche confronto con le altre forze, dibattito, ricerca di eventuali intese.
Vede, noi siamo stati eletti dalla base, dai cittadini-elettori, e da loro, a un certo punto, abbiamo cominciato ad avvertire una domanda pressante: cosa state facendo di concreto per cambiare le cose, per modificare questo schifo di politica italiana? Ma Grillo e Casaleggio non possono accettare, non possono tollerare che alcuni di noi, invece che solo a loro due, diano retta anche ai cittadini. Così hanno reagito d’istinto: e La cosa migliore da fare dev’essere perciò sembrata quella di sbatterci fuori, uno dopo l’altro. Sottovalutando, però, due rischi piuttosto grossi.
Sarebbero?
Primo: tutti noi epurati, adesso, cominciamo ad avere i numeri giusti per costituire un gruppo parlamentare autonomo. Secondo, io ho la convinzione che tra i parlamentari rimasti all’interno del movimento si sia scatenato un effetto pericolosissimo per il movimento stesso: un miscuglio tra stupore e voglia di ribellione, uno strano sentimento che, nelle settimane che verranno, non escludo possa determinare l’esodo, stavolta volontario, di altri miei colleghi.
Lei lo conoscerà certamente bene: può dirci chi è in realtà, dietro le sembianze del comico che diventa capopopolo. Beppe Grillo?
No, mi spiace: ma questa è una domanda alla quale davvero non posso rispondere...
Insisto.
Lei può insistere finché vuole, ma non posso risponderle per la semplice ragione che io con Grillo non ho mai parlato!
Non ci credo. Lei è stato un senatore del M5s...
Giuro: mai parlato con lui. Ho avuto modo di vederlo da vicino solo in due, tre circostanze... Nelle quali però non mi ha mai rivolto la parola. Poi, zero, niente: mai più nemmeno visto. E non mi guardi con quella faccia...
Beh, è abbastanza incredibile che Grillo non abbia mai parlato con un suo parlamentare...
Non è incredibile, è la regola. Lui e Casaleggio parlano sempre e solo con un ristrettissimo gruppetto di parlamentari. Quelli, per capirci, a cui viene dettata la linea. Comunque, per quel che mi è stato riferito, è un pessimo ascoltatore che, per giunta, detesta essere contraddetto.
E Gianroberto Casaleggio? Lei, senatore, una volta disse: Casaleggio usa il blog come una pistola.
Io, all’inizio, e sbagliando, lo consideravo solo il gestore tecnico del blog. Ora, tecnicamente, spesso si comporta come il capo operativo: ricevendo, periodicamente e su appuntamento, i gruppetti ristretti di parlamentari più fedeli a cui accennavo prima... Quanto al blog: è obiettivamente un tremendo strumento di condizionamento per tutti i parlamentari del M5s. Vuole un esempio? Beh, ho visto scrivere commenti di sostegno a noi senatori espulsi, li ho letti e poi, nel volgere di pochi minuti, li ho visti sparire... Cancellati, mi chiedo, da chi?
A questo punto che prospettive elettorali ha, a suo avviso, il movimento? È destinato a tenere o, piuttosto, il non aver saputo o potuto cambiare nulla nella politica italiana, determinerà un effetto delusione tra gli elettori?
Mah... Di elettori delusi ne ho visti tanti. Tuttavia, ecco, ho anche visto un’azione continua di propaganda, una sorta di campagna elettorale permanente, tutta volta al recupero dei delusi. Un recupero che magari può anche riuscire, aiutato com’è dalla pessima politica nella quale i partiti tradizionali continuano a sguazzare.
Crede che il gruppo di voi epurati che, tra Camera e Senato, orinai è cospicuo, possa avere un orizzonte comune con il governo di Matteo Renzi?
Francamente non mi aspetto dall’attuale governo interessanti prospettive di collaborazione: non più di quelle che Enrico Letta, nei fatti, ha quasi evitato di proporci. Mi sembra che anche l’esecutivo scelto da Renzi, esattamente come quello guidato dal suo predecessore, tenga unite la parti più conservatrici della politica italiana. Lei, senatore, è stato iscritto al Pds. poi a Rifondazione e...
La interrompo: si, ho una cultura di sinistra. Del resto il M5s accoglie, o dovrebbe accogliere, culture diverse: quella cattolica e quella liberale, i socialisti e i conservatori, i liberali e gli ex comunisti... In un crogiuolo che, se si fosse preservato, davvero avrebbe potuto costituire il luogo di nascita di una sintesi politica nuova e più rispondente agli scenari economici e sociali con cui oggi deve fare i conti non solo l’Italia, ma l’Europa intera.
Posso chiederle quanto guadagnava da dipendente della Regione Siciliana e quanto guadagna adesso?
Prima, qualcosa più di 47 mila euro lordi l’anno. Adesso, 60 mila euro lordi, visto che parte dello stipendio dei parlamentari del M5s è destinato al fondo di garanzia delle piccole e medie imprese.
E adesso che e fuori dal movimento?
Sto valutando cosa fare. A me piacerebbe devolvere la stessa parte dello stipendio in favore dell’edilizia scolastica: vorrei aiutare a ristrutturare scuole, laboratori, palestre.