Rivistastudio.com 26/3/2014, 26 marzo 2014
COME SONO STATE GIRATE LE PIU’ CELEBRI SCENE DI SESSO DEL CINEMA
The Daily Beast ha dedicato un approfondimento alla storia delle scene di sesso al cinema, citando anche qualche caso celebre. Nel 1899, a soli quattro anni dalla prima proiezione di un’innovativa tecnica di immagini in movimento esibita dai fratelli Lumière, i due registi francesi Albert Kirchner e Eugène Pirou girarono Le Coucher de la Mariée, un cortometraggio di 7 minuti (ovviamente senza sonoro) che mostrava uno spogliarello di una star del cabaret del tempo, Louise Willy. La sensualità aveva ufficialmente fatto il suo ingresso nella cinematografia.
Dovettero passare oltre cinquant’anni, tuttavia, perché le scene esplicite comparissero su una pellicola. Un chant d’amour, diretto dallo scrittore Jean Genet nel 1950, mise in scena la storia di una guardia carceraria francese che trae godimento dallo spiare i detenuti nell’atto di masturbarsi. Quando, anni dopo, il codice Hays – le linee guida della produzione di Hollywood che censurarono le scene più spinte dal 1930 al 1968 – venne meno, girare scene di sesso nei film divenne una pratica piuttosto comune. Alcune di esse, come quelle di Idioti di Lars Von Trier o la fellatio di Chloe Sevigny a Vincent Gallo in The Brown Bunny, sdoganarono anche le sequenze con rapporti reali (in altre parole, non recitati o simulati con espedienti).
In Nymphomaniac, la celebre e discussa pellicola in due capitoli di Lars Von Trier in uscita il 3 aprile in Italia, Joe (interpretata da Charlotte Gainsbourg) è una ragazza “malata di sesso”, diremmo, che in una scena viene penetrata da un partner occasionale (Shia LaBeouf). In realtà in questo caso, per quanto l’atto sembri a prima vista reale, i due attori non sono stati chiamati a copulare sul set. «Li abbiamo filmati mentre fingevano di fare sesso, poi abbiamo cercato due sosia, che l’hanno fatto davvero, e abbiamo unito le due cose in post-produzione», ha spiegato la produttrice del film, Christine Vesth.
Nymphomaniac, però, non è l’unico esempio di film dai contenuti espliciti che ha fatto parlare di sé negli ultimi anni. L’anno scorso La vita di Adele (anche noto col titolo originale Blue is the Warmest Color) narra la storia di una quindicenne che si innamora di una studentessa d’arte. Il lungometraggio contiene una scena di sesso di sette minuti che coinvolge le due ragazze e, tra le altre cose, sembra molto verosimile. Eppure, ha spiegato Léa Seydoux a The Daily Beast, anche questa sequenza in realtà era simulata: «Avevamo vagine finte modellate sui nostri veri genitali. Era strano avere modelli da mettere sopra la vagina. Abbiamo passato dieci giorni soltanto a girare quella scena».
In Irréversible, scritto e diretto da Gaspar Noé nel 2002, Monica Bellucci è una giovane donna che viene stuprata da uno sconosciuto in un sottopassaggio parigino dopo aver abbandonato una festa. La continuità della lunga e angosciosa scena della violenza sessuale, oltre ad aver dato scandalo, ha fatto pensare a molti a qualcosa di “reale”. Il regista, però, ha amalgamato spezzoni girati in momenti diversi. Non solo: anche la stessa Bellucci si è espressa in proposito, dichiarando che «non è vero. Sembra uno snuff movie perché Gaspar [Noé] l’ha girato in modo molto realistico, perciò la gente viene sconvolta dalla sua visione. Ma è tutta recitazione…».