Gianandrea Gaiani, Panorama 27/3/2014, 27 marzo 2014
L’ASIA GUIDA LA CORSA AGLI ARMAMENTI
La Cina continua a guidare la corsa al riarmo in Asia. Le spese militari sono aumentate del 12,2 per cento rispetto all’anno scorso, portando il budget ufficiale delle Forze armate della Repubblica popolare a 132 miliardi di dollari nel 2014. Cifra che sale ulteriormente, se si contano le voci di spesa distribuite su altri ministeri, ma che riguardano direttamente le forze armate.
Una stima ancora più alta arriva dall’istituto londinese Ihs Jane’s: 148 miliardi di dollari. Il riarmo di Pechino ha indotto molti paesi asiatici (Giappone, Corea del Sud e India) a potenziare la spesa militare. Esattamente quello che sta accadendo in Medio Oriente, dove il programma nucleare iraniano ha indotto le petromonarchie del Golfo a gonfiare i bilanci militari con crescite vertiginose. È il caso dell’Oman, passato da 4,7 miliardi nel 2011 a 9,2 nel 2013 ( +115 per cento) e dell’Arabia Saudita, che da 41 miliardi di dollari del 2009 è passata l’anno scorso a 60 miliardi, scalzando la Gran Bretagna (57 miliardi) dal quarto posto nella classifica dei maggiori investitori. Per Ihs Jane’s, dopo anni di calo dovuto alla crisi finanziaria, la spesa militare globale registra nel 2014 un più 0,6 per cento (da 1.538 a 1.547 miliardi di dollari), trainata da Mosca che ha stanziato 68,2 miliardi (15 in più del 2009) e che entro il 2016 prevede un aumento del 44 per cento. Budget in calo, a parte l’Ue, anche negli Usa che, pur restando il primo paese per le spese militari, hanno stanziato per quest’anno una cifra inferiore a quella del 2013: 575 miliardi di dollari.
Ancor più bassa la previsione 2015: 535 miliardi. Nel 2010 Washington finanziava da sola il 42 per cento della spesa militare mondiale, oggi «solamente» il 37 per cento. E scenderà al 33 nel 2016.