Gabriella Montali, Oggi 19/3/2014, 19 marzo 2014
CHE SCANDALO!
Roma, marzo
Ferita nel profondo dei sentimenti. Offesa nei principi più radicati. Sola. A 51 anni, dopo una vita ali attacco, Alessandra Mussolini si lacera nel dramma di un cocente conflitto interiore. E che la divide in due. Da una parte la donna (e mamma di tre figli). Dall’altra la senatrice dal cognome (e carattere) ingombrante. Soffre. Ma non può cedere al dolore: deve proteggere i figli dalla tempesta che si è abbattuta sulla sua famiglia. Per loro deve mantenere un’apparente normalità. Perciò, anche se l’ha pubblicamente umiliata, la scorsa domenica, dopo diversi giorni di black-out si è di nuovo fatta vedere a messa insieme con il marito Mauro Floriani, 54, coinvolto nel turpe scandalo delle baby-prostitute dei Parioli, insieme con altre decine di clienti. L’ex capitano della Guardia di Finanza (manager delle Ferrovie dello Stato) lo ha detto al magistrato. «Ho avuto rapporti sessuali a pagamento con quella giovane squillo».
In un primo momento aveva negato. Poi ha confessato la ripetuta intimità con la quindicenne protagonista (insieme con un’amica di appena 14 anni) delle cronache a luci rosse che, insieme con la Roma bene, scuotono l’Italia. «L’ho conosciuta via web: su un sito di incontri», ha aggiunto il marito della paladina di molte accese battaglie in difesa di donne e minori («per i pedofili ci vorrebbe la castrazione chimica»; «non ho pietà per chi abusa delle donne»). Più volte intercettato dagli investigatori sul cellulare dell’adolescente («A che ora ci vediamo domani?»), Floriani ha ammesso di aver fatto sesso con la minore («pensavo fosse più grande»). Quindici anni. È l’età di Clarissa, la secondogenita della Mussolini. Ne aveva appena sedici, la parlamentare di Forza Italia (che è nipote del Duce e anche di Sofia Loren): quando conobbe il futuro capitano delle Fiamme Gialle e se ne innamorò. Correva l’anno 1979. Sia Alessandra sia il non ancora finanziere, facevano il liceo. Dieci anni dopo, nell’autunno del 1989, si sposeranno a Predappio, il paese del nonno di lei. Era il 28 di ottobre. Data della marcia su Roma. Ma è anche il giorno in cui, in seguito a cinque clamorosi arresti, il 28 Ottobre 2013 scoppia lo scandalo delle lolite parioline che travolgerà anche Floriani. Mettendo a durissima prova un matrimonio con quasi 25 anni di vita. E, fino a quel momento, da molti e per molti aspetti considerato invidiabile.
Eccone qualche «cartolina».
LUI LA SALVÒ IN MARE
Nell’estate del 1979 Alessandra ha 16 anni. Lui quasi 19. Le famiglie di entrambi hanno la casa delle vacanze a Marina di San Nicola, frazione di Ladispoli. Lì i futuri coniugi Floriani saranno assidui in oltre vent’anni di vita insieme. Affezionati a quel luogo del litorale romano anche nel ricordo del loro primo, romantico (e anche avventuroso) incontro. «Facevo surf, quando mi trovai in difficoltà: la corrente mi stava trascinando al largo», ricorderà la senatrice azzurra in un’intervista di qualche anno fa. «Il mio futuro marito mi raggiunse a nuoto e mi salvò: ci conoscemmo così». Più volte, nel corso della movimentata carriera politica, la Mussolini ha lamentato il poco tempo a disposizione per la famiglia. «Ma il weekend è sacro: ed è tutto per i miei cari», ha assicurato più volte la senatrice. «Il sabato e la domenica mi diverto a cucinare. Piatto preferito la pizza. Ma fritta!».
UNA DATA NON CASUALE
Si sposano il 28 ottobre 1989 a Predappio, il paese del Duce, in Romagna, nella chiesetta di Sant’Antonio, non lontano dalla tomba di Mussolini. Lui serio, in divisa da finanziere. Lei radiosa, avvolta in una nuvola di tulle, lo scollo a cuore sul vestitone stretto sulla vita sottile. «La famiglia è la cosa più importante. Nessuno può dirlo più di me che sono figlia di separati. Purtroppo», dichiarerà tre anni dopo, neodeputata del Movimento Sociale. La intervisto nella casa di giovane sposa vicino a villa Torlonia, sulla via Nomentana. Di fronte c’è l’appartamento di mamma Maria Scicolone, con cui la Mussolini ha da sempre un rapporto di affetto intenso. La sorella minore di Sofia Loren oggi fa scudo alla figlia. «Scusateci. Cercate di capire», respinge l’assalto dei cronisti. Cortese ma ferma. «Consigli ad Alessandra? No, in questi casi non esistono consigli». Ma, dopo lo scandalo, Floriani ha fatto la valigia e si è trasferito in un bilocale non lontano dalla famiglia. «Lei lo ha cacciato», dice qualcuno. Ma in molti, nel quartiere, ricordano che il manager è un papà molto amato dai tre figli. «La gente è superficiale. E invidiosa. Non vede l’ora che qualcuno faccia un passo falso per sputargli addosso, come se niente fosse», posta su Facebook un giovane amico dei Floriani. La Rete ha attaccato la Mussolini, spesso anche insultandola. «Ha il marito che si merita... Finalmente la smetterà di fare la pasionaria di donne e bambine, in televisione...», è stato postato. «Deve dimettersi dalla politica. Se vuole uscirne a testa alta e con dignità», hanno suggerito i più gentili. «È una vittima», la difende Isabella Rauti Alemanno, signora della destra italiana. «La sua unica “colpa” è di essere una moglie. Di essere famosa. E di essere la nipote di Benito Mussolini. In un momento così drammatico, merita il rispetto e la solidarietà di tutti».
AGGRESSIONE MEDIATICA
Lui, va detto, fu molto solidale con lei nel 2009, quando la parlamentare rimase vittima di una bufala mediatica. La Mussolini finisce sulle prime pagine per un presunto video hard con Roberto Fiore, leader della formazione di estrema destra Forza Nuova. Sentendosi infangata, esplode. «Quando al telegiornale ho sentito che parlavano di me per un presunto filmato a luci rosse, sono saltata sulla sedia. Ho urlato che era tutto fango», ha raccontato. «Ho guardato negli occhi mio marito. Lui mi ha abbracciato. Ha capito che non avevo niente da nascondere: Mauro sa che sono un personaggio pubblico e posso finire vittima di episodi spiacevoli. Sentendo la sua fiducia, mi sono tranquillizzata». La Mussolini gli dedicherà una pubblica dichiarazione d’amore e riconoscenza, nel corso di una popolare trasmissione televisiva. «Lo amo perché so che Mauro soffre insieme con me. E per me. Se non crollo, e se mantengo la mia grinta è anche grazie a lui. Che sa darmi pace e serenità».
«Alessandra diventa una tigre soltanto quando si sente minacciata», aveva dichiarato lui in una precedente intervista su Oggi. «Non Sono un domatore. Piuttosto un moderatore. Accolgo gli sfoghi politici di mia moglie Alessandra. Condividendone, spesso, anche tutte le ragioni. In fondo, il suo carattere irruente fa bene pure al nostro matrimonio. Se ci sono problemi, li affrontiamo subito, in modo franco e diretto. E quando non risolviamo, ci rifugiamo nel nostro rifugio segreto: è su una montagna, non lontano da Roma».
UNA DIFFICILE SOLITUDINE.
A 51 anni compiuti, dopo una vita di continue battaglie, la Mussolini paga la depravazione del marito con il supplizio mediatico. Ma pensa, prima di tutto, a proteggere i tre figli. Defilata, vicino al coro della chiesetta di Sant’Ippolito, a piazza Bologna, la scorsa domenica l’hanno vista di nuovo di fianco al consorte (con loro c’era anche la primogenita Caterina, 18 anni, studentessa di Scienze politiche alla prestigiosa università Luiss della Capitale). Era nascosta dagli occhiali scuri, Alessandra, mentre a celebrare messa età un caro amico di famiglia, don Mauro Cianci. Dicono nel quartiere dove vive: «Stringe i denti. A fare questo è bravissima. Ma la verità è che Alessandra l’ha presa molto male: nel privato è sensibile, e perfino fragile. Molto diversa da come sembra in televisione». Le sono vicine la mamma Maria e la zia Sofia, che le telefona spesso dall’America. Fosse viva, di sicuro le darebbe conforto anche l’energica, indomita nonna materna, Romilda Villani. Una matriarca che seppe crescersi le due figlie da sola.
I giudici diranno l’ultima parola sugli anni di pena (patteggiati o meno) da infliggere ai tanti clienti delle squillo bambine. L’abuso di minorenne è un gravissimo reato, punito anche in Italia con anni di carcere. Ci si chiede se il tempo (e l’amore per la prole), potranno lenire le ferite al cuore (e nei princìpi) della battagliera nipote del Duce.
Perdonare, in certi casi, alla maggior parte di noi sembra, più che difficile, proprio impossibile.