Rita Sala, Macro, Il Messaggero 26/3/2014, 26 marzo 2014
JESUS QUEL DIVO DIVINO
LA TENDENZA
Gesù di Nazareth, la sua figura e la sua storia tornano prepotentemente in palcoscenico e sugli schermi. Registi e produttori, in ogni parte del mondo, hanno fiutato la tendenza e non si fanno sfuggire l’occasione di farne parte. Una delle cause scatenanti è senz’altro il “compleanno” di un mitico film, il Jesus Christ Superstar di Norman Jewison, tratto dal musical omonimo di Lloyd Webber, che celebra quarant’anni con intatta magia. Il musical andrà in scena a Roma il 18 aprile. E Massimo Romeo Piparo si è accaparrato per l’evento Ted Neeley, il biondo, furente Gesù del film, affiancandogli Shel Shapiro, Simona Molinari e i Negrita con il loro frontman Pau nei panni di Pilato.
Ma ecco che Emma Dante, regista sulla cresta dell’onda alla quale sono state affidate le prossime due stagioni dell’Olimpico di Vicenza, ha annunciato, per il 25 e 26 ottobre, sul palcoscenico dello Scamozzi, un bel Jesus del gruppo veronese Babilonia Teatri. «Si tratta di un nuovo lavoro liberamente tratto dai Vangeli, ovvero un viaggio all’origine della nostra religione per capire da dove nasca il bisogno di credere». Per spiegare meglio: «Jesus ci interroga sul nostro ruolo di uomini. Di genitori. Di figli. Ci interroga sugli ultimi. Sui primi. Sui mediocri. Su vincitori e vinti. Su divari incolmabili che accettiamo e alimentiamo. Sulla distanza tra principi e valori proposti e stili di vita comunemente accettati e seguiti. Ci interroga su un papa che vuole stare dalla parte dei deboli guidando la chiesa dei forti».
Intanto Antonio Calenda, direttore dello Stabile del Friuli Venezia Giulia, è in procinto di rieditare un suo piccolo capolavoro del passato: Rappresentazione della Passione, spettacolo tratto da un testo medievale appartenente al codice v.e. 361 della Biblioteca nazionale di Roma, curato negli anni 1576 e 1577 dalla monaca copista abruzzese Maria Jacoba Fioria.
ALTO E BASSO
Dall’alto al basso, dal raffinato al popolare. Presepe napoletano, ovvero Se Gesù fosse nato a Napoli ai giorni nostri, di Angelo Perotta, si occupa di un Gesù partenopeo capace di scampare al nome scelto per lui, sulle prime, da mamma Maria e papà Giuseppe: Gennaro.
Ancora, Lucilla Giagnoni, a suo tempo allieva di Gassman alla Bottega di Firenze, ha scritto e interpretato Ecce Homo inseguendo l’origine e i sensi della frase del Vangelo di Giovanni: «Nonostante la tradizione la attribuisca a Pilato, la grammatica greca ci dice che è Gesù a parlare. Signori, questa è la mia condizione. La condizione dell’uomo, dove tutti i segni della regalità sono sofferenti. È un uomo flagellato, con una corona, ma di spine, e un mantello porpora, stracciato. Questa è l’immagine da cui partire per colmare i nostri vuoti».
Per chiudere, una curiosità. A Los Angeles ultime prove di Cristo vive, megashow prodotto dalla prima, seguitissima emittente radiotelevisiva cattolica della città, Guadalupe RadioTv. Lo spettacolo (il debutto è previsto il 13 aprile al Teatro del Colegio del Este) è pubblicizzato da mesi e riceve prenotazioni a raffica sul web.
Il cinema? Solo brevi citazioni. C’è Christ The Lord con la regia di Cyrus Nowrasteh, una produzione americama basata sull’omonimo libro di Anne Rice che, abbandonati i vampiri, ha raccontato gli anni formativi di Gesù. E c’è Son of God, lungometraggio sulla vita del figlio di Dio interpretato dall’attore portoghese Diogo Morgado, che è già stato il personaggio nella miniserie per la tv The Bible. Infine, il regista olandese Paul Verhoeven. Ricostruendo la vicenda di Cristo dal suo libro L’uomo Gesù. La storia vera di Gesù di Nazaret (in Italia edito da Marsilio) non dipingerà Gesù come figlio di Dio, ma come un filosofo rivoluzionario.
Rita Sala