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 2014  marzo 26 Mercoledì calendario

GENTILE DA RECORD

Tre record in un giorno con ritorno all’alba da Porto San Giorgio. Primato di punti in carriera (29), rimbalzi (10) e valutazione (40). Ma Alessandro Gentile è come la sua Milano: corre veloce e non si guarda indietro. Ieri allenamento facoltativo al Lido e il capitano c’è: pesi e poi lavoro in palestra. Il messaggio è chiaro, non si molla di un centimetro, anche dopo 18 vittorie consecutive (13 in campionato e 5 in Eurolega): « I record personali contro Montegranaro? Francamente mi interessano ben poco. Mi preme solo il fatto di aver contribuito ad una vittoria meno facile e scontata di quanto potesse sembrare».
Un grande Europeo, un avvio di stagione difficile poi riecco il vero Gentile. Che voto si dà finora?
«Ho avuto alti e bassi all’inizio come tutta la squadra, mentre adesso abbiamo trovato continuità e un passo invidiabile, quindi il giudizio, che è poi quello sul gruppo, al momento è ottimo».
Serviva uno shock come quello della Coppa Italia per infilare una striscia del genere?
«Non lo so, di certo siamo usciti dalla Coppa incazzati e delusi. Eravamo in una forma eccellente e ci siamo fatti mangiare dal peso delle responsabilità e la troppa voglia di fare bene. A quel punto puoi reagire in due modi: sprofondando oppure cambiando registro».
Con l’infortunio di Langford tutti a dire: è il momento di Gentile. È d’accordo?
«Con la mancanza di Keith, ho più spazio in termini di minutaggio e quindi per me è l’occasione per contribuire ancor più alle fortune della squadra. Senza il nostro migliore giocatore, siamo tutti stimolati a dare di più».
Nessun dualismo tra voi dunque. Ci racconti Langford.
«In pochi, in Europa, hanno il suo talento, anzi direi nessuno tra quelli che ho affrontato. Quest’anno poi ha fatto un salto evolutivo calandosi in pieno nel ruolo di leader della squadra. E’ il nostro faro».
Continuiamo. Lei e Hackett.
«Ci conosciamo dai tempi di Treviso quando io ero un ragazzino e lui un 20enne. Là ho visto il suo volto peggiore poi però ne ho ammirato la sua capacità di rinascere e ripartire. Ha una determinazione incredibile. Il questo momento è il miglior giocatore italiano».
Lei e Banchi.
«Un tecnico che già l’anno scorso ha dimostrato tutto il suo valore. La sua mano si vede, ha saputo dare un’identità alla squadra e poi i risultati parlano per lui».
Lei e Proli.
«C’è grande stima tra noi. Con me ha sempre parlato chiaro. Abbiamo un rapporto trasparente che nel mondo del basket non è sempre così scontato. Ha subito tante critiche, spesso eccessive. Se a Milano c’è ancora il basket lo si deve in primis a Giorgio Armani ma anche al suo lavoro».
A fine stagione lei può uscire dal contratto con Milano, che scade comunque nel 2015, per l’Nba. Banchi però auspica: «Alessandro diventerà il custode del tempio».
«Ho un’immensa gratitudine per quello che l’Olimpia ha fatto per me. Io vorrei rimanere in questo club il più a lungo possibile, spero che si creino le condizioni».
Torniamo al presente: venerdì, a Istanbul, potreste acciuffare quei playoff che mancano dal 1997.
«Infatti bisogna vincere e basta. Senza fare calcoli».
Finale scudetto: Milano contro...?
«Sarebbe bella una finale contro mio fratello (Cantù, ndr), ma anche qui stiamo volando un po’ troppo».
Infine la Nazionale. Quest’estate si ricomincia con le qualificazioni di Euro 2015.
«Mi brucia non giocare il Mondiale. In nazionale abbiamo costruito un gruppo bellissimo, se verrò chiamato, comunque risponderò presente» .