Matteo Dalla Vite, La Gazzetta dello Sport 26/3/2014, 26 marzo 2014
DOOHAN: «ROSSI SENZA ETA’»
L’investitura per Marc Marquez, l’ammirazione per Valentino Rossi, il rimpianto per Casey Stoner e perfino un elogio a vent’anni di distanza per il talento di Luca Cadalora, «uno che ho avuto la fortuna di battere, ma che con la mia stessa moto avrebbe fatto cose straordinarie». Negli occhi celesti di Mick Doohan vedi riflessa la passione vera per le corse, mentre chiacchiera ai bordi di un campo di calcio alla vigilia delle premiazioni dei Laureus per lo sport a Kuala Lumpur.
Entusiasta per domenica?
«È stato un inizio di Mondiale spettacolare. Vedere Marquez e Rossi, il giovane e il vecchio, lottare testa a testa nella MotoGP, mi è sembrato fantastico. Alla fine i veri valori fra le moto factory e le altre sono venuti fuori. E Vale è ritornato».
Non è incredibile, considerati i 35 anni?
«Non è una sorpresa, nei test invernali era andato forte. Nella maggior parte degli sport è tutto un fatto mentale. Non c’è un limite d’età. Se lui ama ancora correre, perché no? La voglia è l’ingrediente più importante».
Al contrario è sempre più forte il rimpianto per il ritiro prematuro di Stoner.
«Sì, è un peccato. Sarebbe stato bello vedere in pista anche lui. Casey ha messo troppa pressione su se stesso e non ha più trovato la gioia di correre. Io invece mi divertivo a vincere, ero felice, proprio come Valentino, che infatti è ancora lì».
Marquez ha riempito il vuoto?
«È fra i più grandi talenti mai visti nel motociclismo. Ha iniziato prestissimo, ha vinto nelle categorie minori e ha conquistato il titolo al primo anno in MotoGP. Non partiva da zero. Ha ereditato la moto e i meccanici di Stoner, proprio come Valentino dopo il mio ritiro, ma ha saputo sfruttare l’occasione della Honda per spiccare il volo».
Fortunato?
«Se lo merita, perché poi bisogna dare del gas. Voglio solo dire che non molti hanno avuto la stessa opportunità. Ricordo Luca Cadalora, un pilota di eccezionale talento, che però non è mai stato nel team numero uno».
Abbiamo visto il meglio che può dare Marquez?
«No, è ancora giovanissimo e con gli anni diventerà più forte. In fondo, sta ancora imparando, cosa spaventosa per gli avversari…».
Dove può arrivare?
«Ha almeno dieci anni davanti nei quali può dominare. Valentino e io abbiamo conquistato cinque titoli consecutivi nella classe regina, Agostini sette, Marquez può arrivare a otto e magari anche battere il record assoluto di vittorie, spazzandoci via tutti». Ride.
Factory e Open, non c’è troppa confusione in MotoGP?
«Non so dire quale sia la soluzione ideale. Certo, sarebbe meglio una sola classe, ma la situazione finanziaria mondiale attuale non lo permette. A questo livello, lo sport richiede grandi investimenti (lui è promotore dei GP d’Australia di moto e F.1; n.d.r. ) e bisogna cercare di incoraggiare più partecipazione possibile. Alla fine dobbiamo preoccuparci solamente di produrre gare spettacolari».