Corriere della Sera 26/3/2014, 26 marzo 2014
LA PROTESTA DELLO STUDENTE: PIU’ COMPITI
Quanto costa chiedere più compiti a casa? Due giorni di sospensione. Almeno nel Regno Unito. Dove Aaron Parfitt, quattordicenne paffutello e determinato, è stato punito per aver organizzato pochi giorni fa un sit-in di protesta con un centinaio di altri suoi coetanei all’ingresso della sua scuola, la «Bispham High School» di Blackpool, nella contea del Lancashire. Parfitt, preoccupato per l’eccessivo turnover degli insegnanti — soprattutto di matematica — e per gli standard delle lezioni, ha provato per settimane a porre il problema della qualità della scuola. Prima ha parlato con la preside, poi ha scritto al consiglio comunale. «Ma nessuno mi ha risposto», ha raccontato al quotidiano locale Blackpool Gazett e . A spingerlo a quello che i vertici della scuola hanno considerato un «ammutinamento» è stato un test — fallito — di matematica. «Non potevo starmene zitto», ha spiegato ai giornali inglesi. «Come si può imparare una materia difficile come la matematica con insegnanti che non restano a scuola per più di una settimana e che non ci danno molti compiti a casa?». E così, dopo quell’insufficienza, Aaron è andato nel cortile d’ingresso dell’edificio, ha iniziato a protestare e ha raccolto decine di studenti al grido di «vogliamo più compiti a casa e basta con il turnover dei professori». Un’iniziativa che la scuola non ha apprezzato. Aaron è stato sospeso per due giorni.