L. Fer., Corriere della Sera 26/3/2014, 26 marzo 2014
CASO ROBLEDO, IL PG CHIEDE DATI MA BRUTI TACE
Il grande gelo tra il procuratore capo milanese Edmondo Bruti Liberati e il procuratore aggiunto Alfredo Robledo raffredda le comunicazioni anche tra la Procura della Repubblica e la Procura Generale di Manlio Minale. Il 17 marzo, infatti, dopo la clamorosa iniziativa di Robledo di denunciare al Csm asserite violazioni tabellari di Bruti nell’assegnazione ai vice Greco e Boccassini di 5 fascicoli d’indagine (San Raffaele-Formigoni, Ruby-Berlusconi, Ruby-testimoni, Sea-Gamberale, e l’incrocio tra Infrastrutture Lombarde e una indagine segreta di Boccassini), il pg Minale ha chiesto a Bruti i dati esatti delle progressive registrazioni degli indagati nelle varie inchieste. In assenza di risposta, dopo alcuni giorni ha inoltrato a Bruti un sollecito. Ieri nel Consiglio Giudiziario, pure destinatario dell’esposto di Robledo, è stato accennato come non sia ancora pervenuta alcuna risposta dal capo della Procura alle richieste del capo della Procura Generale. Intanto il Consiglio Giudiziario, guidato dal presidente della Corte d’Appello Giovanni Canzio, ha ribadito i propri poteri di vigilanza sull’organizzazione degli uffici, ma ha ritenuto istituzionalmente più corretto e rispettoso non sovrapporsi sino al 29 aprile all’istruttoria del Csm con probabili audizioni di Robledo e Bruti.