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 2014  marzo 26 Mercoledì calendario

L’ARCHITETTO DELL’ANNO PROGETTA CASE E RIFUGI DI LEGNO E CARTONE – [IL PRESTIGIOSO PREMIO PRITZKER VA A SHIGERU BAN PROFETA DEI MATERIALI POVERI E DEGLI AIUTI UMANITARI]


Il prestigioso Premio Pritzker, spesso chiamato «il Nobel dell’architettura», è andato quest’anno a Shigeru Ban, architetto giapponese di 56 anni divenuto noto nelle ultime due decadi per le sue strutture temporanee costruite per portare soccorso ai sinistrati delle catastrofi, che siano naturali o causate dall’uomo.
Fu il conflitto in Ruanda a tramutarlo da architetto classico ad architetto umanitario, dopo che rimase colpito dalle condizioni di vita a cui erano costrette le migliaia di persone rese senza tetto dalla violenza che le circondava. Determinato a portare aiuto nei modi a lui familiari, contattò le Nazioni Unite e si mise a progettare rifugi temporanei, di rapida ed economica costruzione, che garantissero un luogo nel quale passare la notte a profughi e sinistrati.
Ban è il perfetto contrario di quegli «archistar» iper-celebri degli ultimi anni, impegnati nella costruzione di opere che aspirano a essere eterne con materiali duraturi e un alto utilizzo di tecnologia.
Lui no, architetto affascinato dai piccoli gesti, parte dal lato opposto della sua arte, alla quale ha cominciato a interessarsi da bambino osservando il lavoro dei falegnami. Poi, ha continuato a raffinare il suo occhio per i materiali naturali e quelli poveri, mettendo al servizio della sua architettura d’emergenza tanto la carta che le casse di plastica delle birre, il cartone e la tela.
Fra le sue strutture più famose si annovera la chiesa in cartone costruita in Nuova Zelanda, a Christchurch, dopo la devastazione portata del terremoto, e la serie di case a tre piani costruite con container commerciali a Onagawa, Miyagi, una delle zone più colpite dal terremoto del Tohoku del 2011.
L’idea è sempre quella di utilizzare anche materiali di recupero, pur di apportare un aiuto rapido e poco costoso a chi ha perso tutto nelle catastrofi. Abitazioni che siano sì d’emergenza, ma anche capaci di ripristinare un po’ di dignità a chi ha perduto tutto, e si ritrova alla mercé degli aiuti umanitari.
Ban infatti non si limita ad erigere tetti temporanei, ma anche luoghi di culto dove i sinistrati possano raccogliersi cercare sollievo spirituale al disastro che affrontano, nonché edifici per la gestione e lo smistamento dei soccorsi e degli aiuti, e luoghi di cultura, come il Padiglione della Musica, di cartone, donato all’Aquila dopo il terremoto.
Le sue soluzioni abitative si adattano dunque a questi momenti estremi: se i sinistrati devono riparare in grandi locali – palestre, stadi, o anche campi ancora agibili – Ban propone le sue ormai famose «partizioni di carta», strutture leggerissime e di basso costo costituite da tubi di cartone e tende di tela bianca, che consentono di creare immediatamente una parvenza d’intimità, anche all’interno di una palestra tramutata in rifugio per sfollati.
Case di carta, di cartone e di container vengono dunque messe a disposizione di chi lo necessita tramite una Ong creata dallo stesso Ban, che si chiama «Network di Architetti Volontari», che è già stata operativa in Cina come in Sri Lanka, Turchia, Haiti, Filippine.
Informato del premio nel suo studio di Parigi, Ban ha risposto che «è un grande onore» e che ora dovrà «stare ancora più attento a continuare ad ascoltare le persone per le quali lavoro, nelle commissioni private residenziali e nel lavoro che svolgo per aiutare le vittime dei disastri».
È la settima volta che il premio Pritzker, istituito nel 1979 e che prevede un riconoscimento di 100 mila dollari e l’assegnazione di una medaglia di bronzo, viene consegnato a un architetto giapponese.