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 2014  marzo 26 Mercoledì calendario

MEDIASET TORNA ALL’UTILE MA ANCORA NIENTE DIVIDENDO SPOT IN RIPRESA AD APRILE


MILANO
— Mediaset torna all’utile dopo il 2012 in profondo rosso ma lascia ancora senza dividendo la famiglia Berlusconi. La cura dimagrante del Biscione – i costi sono stati tagliati di 617 milioni in tre anni, ben 150 più delle stime – ha consentito alle tv di Cologno di chiudere il 2013 con 8,9 milioni di profitti. Una piccola soddisfazione dopo il buco di 235 dell’anno precedente, ma non abbastanza per tornare a garantire una cedola ai soci. La crisi degli spot continua comunque a tenere sotto pressione i margini del gruppo: la raccolta pubblicitaria, pur in lieve miglioramento nella seconda metà dell’anno, ha chiuso con un pesante - 11% e i ricavi di Mediaset sono calati da 3,7 a 3,4 miliardi. Il 2014 sembra invece partito con un piede migliore, con una flessione molto contenuta della entrate garantite dagli inserzionisti nel primo trimestre mentre «ad aprile c’è una ripresa molto solida».
Si vedrà se una rondine fa primavera. Le televisioni di Arcore comunque – in attesa di una schiarita sul fronte dell’economia tricolore – hanno davanti alcuni appuntamenti strategici molto importanti. Il primo nodo da sciogliere è quello della pay tv. Le entrate di Premium in Italia sono cresciute nel 2013 del 10% circa ma i risultati restano in passivo. «Questo settore si prepara a un periodo di consolidamento dei suoi protagonisti in Europa – ha confermato ieri il direttore finanziario Marco Giordani –. Il nostro primo obiettivo è quello di valutare se fondere il business italiano con quello spagnolo di Digital +». Poi tutte le strade sono aperte: l’ingresso di un partner nel business (si sono fatti i nomi di Al Jazeera e Telefonica) ma anche un’offerta per rilevare la quota del 56% di Prisa nelle reti iberiche.
Dopo tanti anni passati a far quadrare i conti a colpi di forbice sui costi, in effetti, i margini per ridurre ancora le spese sono limitati e Mediaset deve (quasi per forza) tornare a ragionare in termini di crescita. Sperando che il barometro della pubblicità torni a puntare verso il bel tempo e che il mercato delle televisioni riesca ad arginare il boom della altre piattaforme media.
Qualche passo in questa direzione, del resto, è già stato fatto. Obiettivo: arginare lo strapotere di Sky nella pay-tv in Italia per riuscire a presentare ai potenziali partner nelle reti a pagamento un portafoglio di attività più attrattivo: il Biscione, in effetti, dopo aver evitato per anni le aste al rialzo sui diritti tv, ha spiazzato la concorrenza un mese fa conquistando per la bellezza di oltre 600 milioni i diritti per la Champions League fino al 2018. «Più che una nuova strategia è stata un reazione dopo che le tv di Murdoch hanno deciso di non venderci più alcuni pacchetti di partite dividendo i costi – ha sottolineato Giordani –. A quel punto abbiamo deciso di giocare le nostre carte. Le nostre stime ci dicono che in ogni caso avremo un ritorno positivo».
La scelta è stata resa più semplice anche dall’attenzione con cui nei mesi scorsi è stata gestita la cassa, consentendo al gruppo di Cologno di dare un’altra importante sforbiciata ai debiti, con l’esposizione finanziaria netta scesa da 1,72 miliardi a 1,45 miliardi. I soci di Mediaset, pur rimasti per il secondo anno consecutivo senza dividendo, possono festeggiare le brillanti performance del titolo a Piazza Affari. Le azioni del Biscione (+ 1,63% ieri) viaggiano oggi a 3,876 euro contro gli 1,6 euro cui galleggiavano a inizio 2013.