Roberto Giardina, ItaliaOggi 25/3/2014, 25 marzo 2014
IL MANAGER CHE SBAGLIA, PAGA
Mauro Moretti, capo delle Ferrovie, minaccia di andare all’estero, se Renzi gli tocca solo uno dei suoi 850 mila euro di stipendio all’anno. Migliaia di italiani l’hanno già invitato a togliersi dai piedi, e non voglio unirmi al coro.
Un paio di cose apparentemente giuste le dice: che non è giusto che un manager guadagni quanto il presidente della Repubblica, e che il suo collega alla Bundesbahn, le ferrovie tedesche, guadagna il triplo.
Vero, ma è come se io mi lamentassi di percepire in un anno meno di quanto Balotelli porta a casa in un mese, o forse in una settimana. È più facile che Mario impari a scrivere un elzeviro, sempre che serva a qualcosa, che io a tirare un calcio di rigore. Dubito che in Germania, a Herr Moretti offrirebbero un posto. È giunto dove è giunto perché ha militato nella Cgil, ma i sindacalisti da queste parti fanno i sindacalisti, non passano dall’altra parte della barricata. Tranne, di rado, alla Volkswagen che, infatti, è l’unica grande impresa a partecipazione italiana. Ma non hanno dato buona prova. Se le cattive abitudini teutoniche fossero applicate anche da noi, Moretti sarebbe già a spasso dopo la tragedia di Viareggio del 2009: può darsi che la colpa alla fine venga addossata al solito povero casellante, ma la responsabilità oggettiva è sempre del capo. Come per il capitano del Titanic. Avrebbe dovuto dare le dimissioni.
Qui, se sbaglia o non evita errori altrui, un manager viene licenziato, come un allenatore di calcio. Improvvisamente i treni vetusti della S-Bahn berlinese, la metropolitana di superficie che appartiene alle ferrovie federali, hanno cominciato a deragliare. I due responsabili sono stati messi alla porta. Come il capo del nuovo aeroporto in costruzione di Berlino, la cui inaugurazione viene rinviata di anno in anno. Il sindaco della metropoli, capo del consiglio di sorveglianza del nuovo scalo, il socialdemocratico Klaus Wowereit, invece rimane al suo posto, ma è, appunto, un politico, e anche la Germania non è perfetta.
Rüdiger Grube, capo della Bundesbahn, guadagna 2,4 milioni all’anno, dieci volte più della signora Merkel, 900 mila di stipendio base, quasi come Moretti, il resto legato ai risultati (infatti l’anno scorso ha incassato un milione di meno), benché le ferrovie abbiano chiuso l’ultimo esercizio con 2,3 miliardi di attivo. Moretti sostiene di aver ereditato 2 miliardi di rosso e di aver portato il bilancio in pareggio. Ci è giunto tagliando il personale, dimenticando i pendolari, il debito si aggira sempre sui 9 miliardi, e nel 2012 ha ricevuto 2,4 miliardi dallo stato. Il collega Rüdiger se la cava da solo. Le tariffe tedesche sono più care? Ma il servizio è più efficiente, per sostenere la concorrenza delle compagnie aeree, dei collegamenti bus su tutta la Germania, senza dimenticare la fitta rete di autostrade gratuite.
La settimana scorsa ho compiuto un tour de force attraverso l’Europa, da venerdì sera a Lipsia a sabato pomeriggio a Firenze, per presentare dei libri (colpa della mia disorganizzazione). Perfetto il collegamento con l’Ice, il treno superveloce, a prezzi scontati per il week-end, tra Berlino e Lipsia. Al mattino, da casa all’aeroporto di Schönefeld, 35 km, in metropolitana al prezzo di 2,90 euro. Puntuale l’aereo fino a Roma. E anche il Fiumicino Express di Moretti, fino alla Stazione Termini, per una volta pulito, sia pure alla tariffa per km più cara al mondo. A Termini, che dovrebbe essere il gioiello di Moretti, si blocca tutto: un’ora e mezzo per fare il biglietto. Su 18 sportelli solo tre in servizio, nell’ora di punta fra le 13 e le 14. Ci sono le macchinette, ma sono presidiate da torme di ragazzi stranieri che pretendono di avere la tua carta di credito per pagare il biglietto. I due terzi degli aspiranti passeggeri erano stranieri e in gran parte asiatici. Bisognava osservare i loro sguardi smarriti.
A che serve che i treni Frecciarossa siano stupendi, se è un’impresa salirvi a bordo? Naturalmente c’è internet, ma venendo dall’estero, non sapevo che treno avrei potuto prendere. In Germania posso fare il biglietto a bordo senza pagare penale, avvertendo il capotreno. Questo è l’effetto dei tagli alla Moretti. Come gestire un ristorante di lusso e risparmiare sul personale. Stessa situazione il giorno dopo a Santa Maria Novella. Mi sono recato alla sala d’attesa indicata da storiche lettere di marmo, e all’interno ho trovato una boutique. Un altro sistema per far cassa. Anche se lavora in condizioni di monopolio, la Bundesbahn non dimentica di essere al servizio dei clienti.
Perché Moretti non fa un giro in treno da queste parti? Non su un Ice da 300 all’ora, ma su treno dei pendolari, uno qualsiasi, alla mattina presto? Tutti seduti a leggere il giornale, e si giunge in ufficio in mezz’ora, senza ritardi. Forse capirà perché Grube guadagna il triplo.