Giorgio Ponziano, ItaliaOggi 25/3/2014, 25 marzo 2014
TRENITALIA MALTRATTA I PENDOLARI
È una montagna di milioni di euro quella che ogni anno cade su Mario Moretti, amministratore delegato di Trenitalia. Non c’entra il suo lauto stipendio, finito (insieme a quello di altri manager pubblici) nel mirino del duo Cottarelli-Renzi. C’entra il bilancio di Trenitalia. Infatti Moretti è indubbiamente riuscito a rivitalizzare un’azienda al collasso (come fece Corrado Passera con le Poste) ma disinteressandosi della forbice impressionante tra il top dell’alta velocità e il trasporto locale, non meno importante: ogni giorno in 3 milioni salgono sui treni regionali.
E proprio per i continui disservizi dei treni locali piovono milioni di euro di multe comminate dalle Regioni, responsabili del servizio che poi affidano a Trenitalia, con un salasso sul bilancio dell’azienda che evidentemente non preoccupa il superpagato manager.
Il cahier de dolèances è lungo e a ogni contestazione di disservizio le Regioni applicano la «rappresaglia» economica. Le Marche, per esempio, hanno sanzionato Trenitalia per due milioni di euro per il malfunzionamento dei servizi. L’assessore ai Trasporti, Luigi Viventi, entra nel dettaglio: «ritardi, coincidenze che non coincidono, vagoni sovraffollati, bagni chiusi e riscaldamento non funzionante. Abbiamo applicato una penale di due milioni di euro a Trenitalia per quello che hanno dovuto subire i nostri viaggiatori. Uno strumento che fino ad oggi non era stato utilizzato ma che abbiamo pensato di prendere in mano proprio per fare capire che la Regione non sta a guardare, non stiamo con le mani in mano, ma anzi riceviamo ogni lamentela e la rimandiamo direttamente a Trenitalia, con la relativa sanzione».
Da parte sua il Veneto ha staccato un verbale da 1 milione 95 mila euro. A differenza delle Marche non è la prima volta e Trenitalia, davanti alle contestazioni e al contratto di servizio, ha sempre pagato. Dice l’assessore ai Trasporti, Renato Chisso: «Le multe si riferiscono alle inadempienze della società ferroviaria agli obblighi di qualità delle prestazioni assunti firmando il contratto di servizio. Come abbiamo sempre fatto, non teniamo le sanzioni ma restituiamo l’importo agli utenti, a parziale rimborso dei disagi subiti».
È applicando questi criteri che la Regione Piemonte taglia il traguardo dei record e pretende da Trenitalia 12 milioni di euro per un anno di disservizi e la Regione Emilia-Romagna altri 12 milioni, ma per 4 anni. Di fronte a tali exploit Mauro Moretti non ha sobbalzi e firma gli assegni senza batter ciglio. «Non sono accettabili i disagi che continua a dover affrontare chi si sposta quotidianamente in treno», afferma Alfredo Peri, assessore ai Trasporti della Regione Emilia-Romagna. «Così come non è accettabile che la scelta del mezzo di trasporto si trasformi in un incubo».
Anche la regione di Matteo Renzi, la Toscana, infligge sanzioni a Moretti. Per ora, siamo a 664 mila euro ma solo per le violazioni degli standard di qualità del viaggio (carrozze sporche, toilette inagibili, biglietterie automatiche che non funzionano, mancate comunicazioni all’utenza, problemi di riscaldamento o climatizzazione) a cui si aggiungeranno le sanzioni, in corso di quantificazione, per i ritardi e le soppressioni dei treni.
Con una piccola appendice: 4 mila euro di ammenda per le mancate o ritardate risposte da parte di Trenitalia agli utenti che hanno segnalato disagi tramite il numero verde regionale per i reclami.
Non sono da meno le regioni Abruzzo che pretende 143.518 euro, e l’Umbria, che ha presentato un conto di 382 mila euro. «Livelli di prestazioni inferiori allo standard concordato non sono accettabili in quanto concorrono ad accrescere disservizi e disagi per l’utenza. Per questo», spiega l’assessore all’Ambiente della Regione Umbria, Silvano Rometti, «anche su segnalazione degli stessi passeggeri e dei comitati dei pendolari, abbiamo accentuato i controlli e fatto scattare le penali economiche per il gestore».
Il contenzioso con Trenitalia sta assumendo toni assai vivaci. Mauro Moretti dice: «Disservizi? Il fatto è che la tariffa degli abbonamenti ferroviari dei pendolari dovrebbero aumentare, almeno come in Spagna, dove costano il doppio. Oggi in alcuni casi il prezzo è 50 euro al mese, nemmeno un caffè al giorno. Negli altri Paesi il trasporto locale costa molto di più. Comunque pur rimanendo tantissimi problemi, negli ultimi 5 anni la qualità è migliorata in tutti i settori».
Per tutta risposta, quattro Regioni, Emilia-Romagna, Toscana,. Veneto, Abruzzo, hanno deciso di non rinnovare il contratto di gestione con Trenitalia ma promuovere una gara, sperando che la concorrenza (anche straniera) faccia bene alla qualità del servizio. In Toscana la decisione è maturata dopo che Il presidente della Regione, Enrico Rossi, s’è presentato a sorpresa sul treno Montevarchi-Firenze ed è rimasto esterrefatto dalle condizioni per le cattive condizioni del convoglio: «O Trenitalia cambia o noi cambiamo Trenitalia», è stato il commento, una sorta di benservito a Moretti, aggiungendo che la Toscana destina 250 milioni di euro l’anno per il servizio ferroviario e quindi non può accettare questa situazione.
Infine c’è il quesito: davvero i viaggiatori usufruiscono del denaro che Trenitalia versa alle Regioni sotto forma di multe? No, secondo Diego Bottacin, capogruppo alla Regione Veneto di Verso Nord e autore di un’indagine sull’argomento: «Semplicemente gli utenti non chiedono il rimborso», dice. «Perché? Allora, vediamo un po’: per averne diritto bisogna aver tenuto uno o più abbonamenti originali e i biglietti vanno presentati materialmente in una biglietteria. Peccato che ormai le biglietterie siano quasi tutte chiuse e, quando funzionano, ci sono solo quelle automatiche. Quindi è necessario sottoporsi a una coda di 30, a volte 60 minuti, in una delle pochissime stazioni dove è sopravvissuto un servizio di biglietteria gestito da esseri umani. Si può chiedere il rimborso via Internet? No, non si può. In queste condizioni, come si può pretendere che ci sia una effettiva redistribuzione agli utenti dei fondi raccolti con le multe?».