Marco Ansaldo, la Repubblica 25/3/2014, 25 marzo 2014
UN SIMBOLO SENZA SPONSOR
La foto è celebre e prima o poi qualcuno l’avrebbe premiata. È quella della “ragazza con la giacca rossa” colpita, al Gezi Park di Istanbul, dal getto di un gas lacrimogeno sparato da un poliziotto a brevissima distanza. E quando ieri l’immagine è stata scelta come foto dell’anno, nel concorso organizzato dall’Associazione dei fotogiornalisti turchi (Tfmd), lo sponsor dell’iniziativa ha sùbito ritirato la sua partecipazione. È la Vakifbank, uno degli istituti di credito più noti in Turchia, settimo gruppo bancario come giro d’affari. Il riconoscimento dal quale si è chiamato fuori è uno dei più prestigiosi in Turchia, si tiene da 29 anni e la giuria è del tutto indipendente. Ma l’effetto scatenato dalla chiusura di Twitter imposta dal premier Erdogan, messo all’angolo dai social network che hanno smascherato la corruzione del governo conservatore islamico prima del voto del 30 marzo, si propaga. Con il rischio, tuttavia, di rivelarsi un boomerang. Già la censura su Twitter è stata ampiamente aggirata, e Erdogan letteralmente travolto dalle critiche. Ora i correntisti laici si preparano a ritirare per protesta i loro conti dalla banca rivelatasi “più realista del re”, anzi, del sultano.