A. Laf., Corriere della Sera 25/3/2014, 25 marzo 2014
CHRIS JAGGER: «LA MIA MUSICA È PIÙ LIBERA DI QUELLA DI MICK»
D eve essere complicato presentarsi. «Piacere, Jagger». Se poi, oltre ad essere il fratello di Mick, fai anche il musicista il compito è ancora più arduo.
Chris Jagger, fratello minore del leader dei Rolling Stones, non se ne cura. Non ha mai pensato di scegliersi un nome d’arte: «Una volta ho fatto uno show televisivo con il fratello di Paul McCartney. Lui si fa chiamare Mike McGear, ma non vedo perché cambiare il proprio cognome, ci sono nato, me lo hanno trasmesso i miei genitori, che ci posso fare?», commenta il 66enne.
Nei prossimi giorni sarà in tour dalle nostre parti con il suo trio: il 28 a Nembro (Bergamo), il 29 a Savona, il 30 in Canton Ticino, il 31 alle Scimmie di Milano e il 1° aprile a Verona.
Non raggiungerà il fratello ai funerali della compagna L’Wren Scott: «Ho parlato con Mick in questi giorni — racconta —. Ma è una questione molto personale e privata. L’Wren ci mancherà e sentiamo tutti un senso di perdita. Sarò presente con lo spirito».
Non sono fratelli coltelli. Mick è presente in ben due brani del sul suo ultimo disco «Concertina Jack»: «È un disco con atmosfera blues e “americana” con canzoni che raccontano una storia. Eravamo in Francia a registrarlo ed è arrivato lui in studio e ha improvvisato su un paio di pezzi. È stato veloce, molto professionale perché cerca sempre un risultato ottimale. Mi sembra anche che le nostre voci stiano veramente bene assieme».
Chris ha iniziato 40 anni fa. Gli Stones erano già icone del rock and roll da 10 anni. «Non sono un grande fan degli anniversari, ma con l’occasione delle loro celebrazioni mi sono accorto anche del mio. Tutti mi chiedono come mi trovi a vivere all’ombra di Mick. Ma non stiamo parlando di un serial killer. Mick ha fatto grandi cose, cose belle. E anche io, senza fare paragoni nelle misure e nei volumi, credo di averle fatte. Se mi piace andare a pesca lo faccio anche se ho una piccola barca e non una nave da guerra».
Il successo di Mick, giura, non ha pesato sulle sue scelte. «A 7 anni a scuola ci hanno dato il tema su cosa avremmo voluto essere da grandi. Io scrissi che volevo diventare un campione di atletica, un comico o un cantante. Era un mio sogno prima ancora che Mick iniziasse. Quindi sono diventato cantante nonostante mio fratello. All’inizio non vedevo il quadro completo, ma vedo che qualcuno apprezza ancora le mie prime canzoni. La cosa importante è riuscire a creare un’opera. Nel 1994 un giornalista ha scritto qualcosa tipo “non avrei mai pensato di mettere nella stessa frase le parole Chris Jagger e buono”. Una bella rivincita».
Sente di avere qualcosa più di Mick? «Artisticamente sono più libero. Io posso decidere di suonare quello che voglio dal vivo, una cover di Johnny Cash o un mia canzone. Gli Stones o David Bowie non possono: devono fare per forza “Jumpin’ Jack Flash” o “Ziggy Stardust”».