Dacia Maraini, Corriere della Sera 25/3/2014, 25 marzo 2014
GLI ATTCCHI AI GIUDICI CHE SEMBRANO VERITA’
Mi chiedo: ma si può impunemente dichiarare in pubblico, sulla televisione di Stato, che i giudici hanno usato la legge per fare fuori un loro nemico politico? A me pare una cosa gravissima, che non può passare come un semplice giudizio personale. Sullo schermo vediamo due deputati, seduti in poltrona, che dichiarano l’uno il contrario dell’altro. E per lo spettatore poco informato i due pareri si compensano, si equivalgono, anche se di segno contrario. Potrebbero essere vera l’una versione e falsa l’altra o viceversa. Per chi non conosce i fatti, per chi non è informato, appare che la Rai dia come possibili e perfettamente accettabili le due affermazioni.
Ora, se possiamo ammettere che in una televisione privata o su un giornale privato questo si possa fare, per una presunta difesa della libertà di opinione — per quanto io dubiti che si possa dare del truffatore a qualcuno senza dimostrarlo — sembra incredibile che ciò avvenga su una televisione di Stato. Che i giudici vengano dichiarati pubblicamente corrotti, facinorosi, e che applichino le leggi secondo il loro interesse di parte e non secondo verità, è una cosa talmente grave che dovrebbe portare immediatamente all’incriminazione degli stessi, alla caduta del governo, o per lo meno alla dimissioni del ministro della Giustizia, insomma una rivoluzione nelle istituzioni. Se i giudici che hanno studiato un caso, lo hanno discusso pubblicamente, dando la possibilità all’accusato di difendersi con l’assistenza di fior di avvocati, per ben tre gradi di giudizio; se questi giudici, che rappresentano i cittadini italiani, possono essere considerati dei mentitori, degli impostori, disonesti e furfanti, lo Stato ha l’obbligo di muoversi. Se la legge in Italia è diventata un semplice strumento di offesa, la cosa va posta al cospetto del Parlamento, del Capo dello Stato e affrontata come una eversione drammatica che danneggia a tal punto la credibilità dell’intera Istituzione giustizia da pretendere una immediata verifica.
Se invece si tratta di chiacchiere a cui nessuno presta fede, ma che servono per pretendere un privilegio a favore di qualcuno che si considera al di sopra della legge, andrebbero rivelate come tali e trattate come tali: pretesti verbali privi di senso, a fini di polemica politica. Non è libertà di pensiero affermare il falso. E la televisione pubblica dovrebbe prendere le distanze da tali acrobazie verbali.
Sinceramente mi pare che nel nostro Paese ci si accapigli sui sofismi, sulle parole, sulle ipotesi, senza mai tenere presente che esiste una verità da difendere, che ci riguarda tutti, a prescindere dalla destra o della sinistra. Ci sono delle istituzioni che, con tutte le loro fragilità e le loro contraddizioni, mantengono credibilità e stima. E come tali vanno salvaguardie. Anche in nome di quei tanti magistrati che sono morti per assicurare la giustizia a questo Paese infestato dalle mafie e dai politici corrotti.