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 2014  marzo 23 Domenica calendario

COSENTINO: «CHI MI ACCUSA È IN MALAFEDE. LA VERITÀ SU SILVIO, FI E LA PASCALE»


Nelle ultime settimane è diventato lo spauracchio di Forza Italia. Gli imputano persino di aver cercato di far saltare l’approvazione del bilancio della Regione Campania. I fedelissimi di Berlusconi gli hanno sbarrato la strada verso le elezioni europee. Dicono, loro, che vorrebbe candidarsi. Invece lui guarda avanti, ripete almeno sette volte in venti minuti che non ha mai pensato di presentarsi alle elezioni e che aspetta la conclusione delle sue vicende giudiziarie.
Piacerà o no, ma adesso parla Nicola Cosentino, l’ex sottosegretario all’Economia, sotto processo per corruzione e reimpiego di capitali illeciti. È accusato dai pm di essere stato il referente politico del clan dei Casalesi.
Per prima cosa prende le distanze dal partito di Berlusconi e anche dal «cerchio magico» dell’ex premier. Riafferma, invece, l’impegno per la costruzione di un progetto politico che abbia le radici tra la gente. «Forza Campania sta suscitando grandi entusiasmi», dice. Pazienza se i suoi ex colleghi non sono contenti. Lui non risparmia un paio di stoccate alla fidanzata di Berlusconi, Francesca Pascale, che l’ha accusato di «imbarazzare» il partito in Campania, e al consigliere politico di Berlusconi, Giovanni Toti, che ha bocciato una sua possibile candidatura con un laconico: «È necessario il rinnovamento».
Cosentino, si sente rottamato da Forza Italia?
«Non so di che cosa parlino Toti e la Pascale, io mi dedico soltanto alle mie pendenze giudiziarie. Spero di uscirne presto, ho chiesto il rito abbreviato ma il processo va avanti da tre anni. Del resto l’accusa ha presentato 250 testimoni».
Quindi non si candiderà alle Europee?
«Non ho mai manifestato questa intenzione e nemmeno quella di avere ruoli nel partito. Non capisco perché mi tirano per la giacca».
Bè, anche lei avrà degli «avversari»...
«Sarà, ma non capisco quale interesse possano avere a tirarmi in ballo. Se aspirassi a una candidatura la metterei sul tavolo, lo direi».
La incolpano di remare contro, di guidare da dietro le quinte un gruppo di consiglieri regionali...
«Assolutamente falso. Il disagio dei consiglieri viene da lontano e io non guido un bel niente».
Bè, è stato un politico importante, pensano che continui ad avere un’influenza.
«Ma se non ho incarichi nel partito, nel governo, nemmeno riferimenti nella Giunta regionale, perché dovrebbero stare con me i consiglieri? Certo accanto ho molte persone che mi mostrano stima e solidarietà e che continuo a frequentare ma, del resto, non è possibile cancellare d’un tratto vent’anni di impegno politico».
Sono in malafede quelli che l’attaccano?
«In malafede. Ma se attaccano me, tanto da pensare che io guidi un gruppo di consiglieri, e mi temono, significa che sono molto deboli».
Ma lei imbarazza Forza Italia, come ha detto la Pascale?
«Non so a cosa si riferisse. La Campania era una regione rossa, io l’ho fatta diventare di centrodestra. Anzi, quella più di centrodestra d’Italia. Nelle elezioni del 2008 qui il Pdl ha preso il 51%. Un record. Merito di Berlusconi ma anche della classe dirigente che ho rappresentato. Forse la Pascale prova imbarazzo per questo?».
Forse per i suoi guai giudiziari.
«Ma se è così, dovrebbe solo guardarsi intorno».
Toti, invece, vuole rinnovare il centrodestra. Sbaglia?
«Non lo conosco Toti, non mi sono posto il problema».
Mica penserà che senza di lei Forza Italia non andrà avanti...
«Non m’interessa, andrà dove la porta il cuore. Io non faccio politica attiva anche se condivido il progetto di alcuni consiglieri regionali di costruire un partito legato al territorio».
Si chiama Forza Campania.
«È un movimento legato all’area di centrodestra e che non condivide le scelte politiche dall’alto prese in Forza Italia e alla Regione».
Diventerà una specie di Lega del Sud?
«La stella polare di Forza Campania sono i valori di centrodestra. Al contempo va costruita una classe dirigente, scelta non da pochi ma con la partecipazione dei cittadini. Soltanto così la Campania può recuperare il ritardo verso le altre regioni».
Quindi è proprio una sfida a Forza Italia...
«A tutto il centrodestra».
Ma c’è qualche partito che la corteggia?
«Non mi faccio corteggiare da nessuno perché tutti sanno bene che non scenderò nell’agone politico».
Dicono che si stia avvicindando al centrodestra di Alfano. È vero?
«Vedo da più parti un certo interesse per Forza Campania».
Cosa non le è piaciuto nell’impegno politico di Forza Italia?
«Che non si sia affrontato il nodo della riforma della giustizia. Ci costa un punto percentuale di Pil. Si è data l’impressione di fare una battaglia non per le persone ma per un uomo solo. Le faccio un esempio. La carcerazione preventiva è una misura che, in Europa, esiste soltanto in Italia. Del resto il 50 per cento di quelli che finiscono in cella risulteranno innocenti. Dunque se si considera anche l’emergenza carceraria e il costo di ogni detenuto (250-300 euro al giorno) sarebbe opportuno che la carcerazione preventiva fosse usata soltanto in casi eccezionali. Di questo doveva occuparsi Forza Italia».
Come lo vede adesso il partito di Berlusconi?
«Il grande consenso e il radicamento territoriale che aveva si stanno sgretolando».
Pensa che sia colpa del «cerchio magico» di Berlusconi, delle persone che gli stanno intorno?
«Stimo Berlusconi sia come persona sia come politico e penso che sia sempre lui a decidere».
Ci sono degli ingrati nei suoi confronti in quel partito?
«Ho sostenuto nel loro percorso politico e nelle loro promozioni tanti di quelli che straparlano adesso ma non mi interessa il loro giudizio».
Parla con Berlusconi? Lo vede?
«No, da tempo».
E con la Pascale?
«No».
Che consiglio darebbe a Berlusconi?
«Di portare avanti il rinnovamento del partito senza mortificare la classe dirigente che l’ha sostenuto in questi vent’anni. Ma mi sembra che la direzione in cui sta andando Forza Italia sia quella di un partito aziendale e non radicato tra la gente».
L’ex premier fa bene a non candidare i figli alle Europee?
«Sì, è una scelta saggia».
E a lei, invece, che dicono i cittadini?
«Mi esprimono solidarietà perché hanno avuto modo di conoscermi».
È più tranquillo ora, corre di meno da quando non ha responsabilità politiche?
«Prima correvo a giorni alterni. Adesso tutti i giorni, faccio jogging».